Enogastronomia
Torna la manifestazione al Portico d’Ottavia nell’antico ghetto, dove il prezioso ortaggio è orgoglio per i romani e attrazione per i turisti e a Roma vanta una lunga tradizione gastronomica, crudo o cotto ‘alla romana’ e fritto croccante ‘alla giudìa’
Tania Turnaturi

3° Festival del Carciofo Romanesco dal 7 al 10 aprile 2024

Presso l’Universitas Mercatorum a Palazzo Costaguti, è stata presentata la terza edizione del Festival, dopo i saluti del Rettore Giovanni Cannata che ha sottolineato come l’offerta gastronomica deve essere adeguata ai grandi flussi turistici che giungono a Roma, con gli interventi del Presidente Confesercenti Roma e Lazio Valter Giammaria; Assessore Regionale Agricoltura Regione Lazio Giancarlo Righini; Assessore Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Roma Capitale Alessandro Onorato; Presidente FIEPET Claudio Pica; Commissario straordinario ISMEA Livio Proietti; Presidente Assoturismo Roma Angelo Di Porto, moderati dal giornalista Daniel Della Seta, autore e conduttore della rubrica “L’Italia Che Va…” Radio RAI e della rubrica TV “In Punta di Forchetta”.

È fondamentale valorizzare e promuovere a Roma, oltre al patrimonio storico e culturale, anche la cucina unica ed inimitabile che può diventare un'attrazione ulteriore che spinge il turista a tornare e che abbina l’aspetto popolare al light style” afferma l’assessore Alessandro Onorato. “Il carciofo romanesco - dichiara l’assessore Giancarlo Righini - è un’eccellenza territoriale. Intendiamo accompagnare questo evento con politiche di sostegno che coinvolgano tutta la filiera agroalimentare, che può diventare anche uno straordinario volano turistico ed economico”.

Sottolinea Valter Giammaria: “Noi ci adoperiamo per valorizzare il prodotto storico e genuino offerto dagli esercizi a turisti e cittadini, rendendo la ristorazione un valore aggiunto nel godere delle meraviglie di Roma. Dovremmo creare le potenzialità per attrarre anche turismo altospendente, congressuale e fieristico con la centralità del Made in Italy”.

Livio Proietti evidenzia: “Con il Festival del Carciofo Romanesco recuperiamo le tradizioni culinarie proponendo piatti in chiave moderna e innovativa per valorizzare la ristorazione, uno dei punti di forza dell’attrazione turistica di Roma.  La cucina italiana, in attesa del riconoscimento di patrimonio dell'Unesco, sancisce un legame tra territorio e popolazione, diventando un simbolo culturale. Nel 2023 il Pil è cresciuto anche grazie all’agroindustria”.

“Questo evento è una grande opportunità non solo per celebrare un prodotto che da millenni ha un legame ancestrale con la nostra città, sia nelle ricette tradizionali della nostra cucina romana che in abbinamento con il gelato, ma anche per cercare di inserire il carciofo romanesco all’interno di una visione di filiera molto più ampia” commenta Claudio Pica.

“Il Festival si caratterizza per la possibilità di degustare il carciofo in diverse varianti - aggiunge Angelo Di Porto - e il quartiere ebraico, nel cuore di Roma, dove le ricette del carciofo alla romana e alla giudìa sono nate e si sono tramandate, aggiunge un’atmosfera particolare all’esperienza sensoriale. Nei ristoranti che propongono la cucina giudaico-romanesca, infatti, si valorizza un patrimonio storico-culturale che evoca la cucina povera”.

Il Portico d’Ottavia è storicamente il luogo in cui il carciofo romanesco è ingrediente fondamentale della tradizione culinaria romana e giudaico-romanesca. Questo prodotto è anche alimento cardine della dieta mediterranea, che è alla base di un corretto stile di vita, e svolge un importante ruolo di prevenzione. È ricco di fibre e povero di calorie, contiene elevate quantità di sali minerali e il polifenolo cinarina ha elevate capacità antiossidanti contrastando l’azione dannosa dei radicali liberi sulle cellule dell’organismo. Se consumato crudo, è depurativo per il fegato.

Zeus, racconta il mito, trasformò la ninfa Cynara dai capelli biondo cenere che lo aveva respinto in un ortaggio spinoso dal cuore tenero. Originario del Mediterraneo orientale e diffuso in Europa dagli arabi, il carciofo era conosciuto da egizi, greci, etruschi e romani e Plinio il Vecchio ne elenca le proprietà curative. Nel tempo, la cucina sefardita ebraica si è fusa con quella romana, trasformando alimenti poveri nei piatti gustosi della cucina giudaico-romanesca, in cui il carciofo è ingrediente fondamentale di svariati piatti.

Allietati dagli stornelli dei figli di Alvaro Amici e dalle esibizioni di artisti di strada, romani e turisti potranno degustare svariati piatti nelle diverse versioni, dagli antipasti al dessert: vignarola con fave e asparagi, fettuccine e pasta corta, pasta fresca ripiena, abbacchio, coratella, frittate, baccalà, carciofi alla romana e alla giudìa e, per finire, i gelati al gusto carciofo, all'insegna del motto “Semo romani, ma romaneschi di più!” mutuato dai versi del cantautore romano Lando Fiorini.

Nel rilancio di turismo, agroalimentare e ristorazione, questa edizione coinvolge rioni storici quali Campo de’ Fiori, Trevi e Ripa.

Ideata da Confesercenti e promossa da Ministero dell'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Regione Lazio, Centro Agroalimentare Roma, Azienda speciale Agro Camera (Camera di Commercio di Roma), Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare-ISMEA, ARSIAL- Regione Lazio, Comune di Roma e I Municipio e Coldiretti, l’iniziativa verrà inaugurata l’8 aprile alle 11 alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida e delle autorità locali. Fino al 10 aprile sulle tavole di oltre 20 ristoranti si serviranno piatti tradizionali e originali secondo l’inventiva degli chef al prezzo fisso di € 35. Il successo degli anni scorsi è di buon auspicio, con l’edizione 2023 che ha registrato 40mila carciofi consumati.

"Questo evento è un tributo all'identità culinaria del territorio romano che, oltre a celebrare il carattere unico del carciofo come simbolo delle nostre tradizioni, ci ricorda la maestria dei ristoratori nell'interpretarlo in piatti che mantengono intatto il gusto autentico che la storia ci tramanda. Promuovendo e preservando i prodotti di eccellenza, non solo favoriamo la ristorazione di qualità, ma anche un patrimonio culturale che si riflette nei sapori delle nostre tavole" sostiene Francesco Lollobrigida, Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste.

 

I locali e le offerte dei menù sono consultabili sul sito web: www.festivaldelcarcioforomanesco.com

Tania Turnaturi

Giornalista Pubblicista Da anni si occupa di turismo, enogastronomia, arte e teatro. Collabora con numerose testate specializzate per le quali scrive reportage di viaggio, articoli di promozione del territorio, eventi enogastronomici, ristoranti, mostre d’arte, cultura, attualità e recensioni teatrali. Appassionata della buona tavola, ama raccogliere erbe selvatiche commestibili e molte specie di funghi che utilizza per piatti di cucina povera e tradizionale.

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