Enogastronomia
Sergio Ferroni
Regenereat: il futuro sostenibile è oggi
Moderati dal giornalista RAI Massimiliano Cerofolini, le testimonianze di tre importanti chef, Gianfranco Vissani, Andrea Pasqualucci e Daniele Roppo in compagnia di Michele Ruschioni, fondatore di Braciami Ancora e dei fratelli Barbara e Pierpaolo Sbariggia, proprietari di Cogea, hanno indicato il processo produttivo che, grazie a un approccio etico, fa diventare realtà l’economia alimentare circolare e sostenibile. Imprenditori, chef stellati, ma anche giornalisti del settore enogastronomico e influencer food e lifestyle, hanno composto il pubblico del panel dal titolo “Sostenibilità e Rigenerazione nella gastronomia italiana: quali sono i nuovi scenari? Tavolo di confronto tra professionisti di settore", che si è tenuto ieri nelle sale del Boscolo Circo Massimo, a Roma, durante l’evento Regenereat, voluto e organizzato dalla Cogea Corporation. L’azienda di Aprilia, unica in Italia a occuparsi, nello stesso sito industriale, sia di sottoprodotti di origine animale che di recupero di rifiuti speciali (non pericolosi), ha voluto creare un’occasione di confronto volta a sottolineare l’importanza di ogni singolo attore nel processo di recupero e rigenerazione di queste materie prime. Introdotto dal giornalista e conduttore Rai, Massimo Cerofolini, noto per i suoi approfondimenti anche sul tema delle tecnologie legate all’ambito della rigenerazione e del riutilizzo degli scarti alimentari, Pierpaolo Sbariggia, proprietario con la sorella Barbara dell’azienda stessa, ha così aperto il panel. “Ringrazio questa platea che ha risposto in modo così attivo al nostro invito. Una lunga tradizione familiare, iniziata nel ’70, è quella che contraddistingue la nostra impresa mentre un approccio dinamico e moderno è quello che la caratterizza oggi. Molte sono le cose che sono cambiate da quando nostro padre ha iniziato a lavorare in questo settore con il suo camioncino: le normative, le procedure, la tecnologia, ma soprattutto la consapevolezza che ogni nostra azione ha una conseguenza vitale per la cura del nostro pianeta. In questo parte essenziale è la salvaguardia delle materie prime. Abbiamo scelto di parlare al mondo della ristorazione perché vorremmo porre l’accento sull’importanza e la preziosità della carne tra gli scarti alimentari di origine animale per la sua capacità di immettere linfa nella catena produttiva di industrie farmaceutiche, cosmetologiche e di mangimi per gli animali. Vorremmo sottolineare la necessità di implementare programmi di raccolta differenziata nei luoghi di lavoro, educando i dipendenti sull'importanza del riciclo e su come farlo correttamente. Organico, oli esausti e carne sono le materie di scarto sottoposte dalla normativa europea a un obbligo di raccolta differenziata. Ma, se la raccolta di quest’ultima avviene in maniera corretta nella grande distribuzione, lo stesso non può dirsi nella ristorazione dove tutto finisce nell’organico che poi può essere lavorato solo come compost. Ci rivolgiamo a voi perché, condividendo con noi la stessa etica del lavoro, comprendiate l’importanza che per tutti noi hanno anche i pochi scarti che producete durante le vostre preparazioni. Insieme possiamo creare una catena virtuosa in cui nulla finisce ma tutto si rigenera. Dall’allevatore, all’artigiano, al consumatore sino a noi che raccogliamo e trasformiamo ciò che non può essere più utilizzato nella sua veste originaria, dandogli una nuova vita. Tutto concorre a creare gli anelli di questa economia circolare”. Partendo dal principio della sostenibilità e di un conseguente approccio etico al lavoro Cerofolini, attraverso le voci dei suoi relatori, ha condotto gli ospiti in un viaggio attraverso le tappe di questa transizione economica che valorizza il riuso e il riciclo, fondamentale per costruire un futuro più verde e sostenibile. Tecnologia al servizio dell’arte culinaria è stato il cardine dell’intervento di Daniele Roppo chef de Il Marchese Roma e Milano. “Mi sono appassionato al mondo della gastronomia attraverso i sapori della cucina di mia nonna che riusciva a trasformare ogni taglio di carne in un qualcosa di estremamente gustoso. La sua era la cucina romana che esalta il quinto quarto e i tagli poveri e che necessita di tempo, quello che oggi nessuno di noi sembra avere. L’introduzione in cucina di tecnologie e tecniche come il sottovuoto, le cotture a bassa temperatura e gli ultrasuoni permettono di poter utilizzare al meglio tutti i tagli di carne, anche quelli più tenaci riuscendo a soddisfare qualsiasi tipo di clientela”. Di cucina circolare ha invece parlato Andrea Pasqualucci chef del ristorante 1* Michelin Moma di Roma, che ha anche sottolineato il rapporto di dipendenza stretta tra questo tema e la filiera corta certa ed etica alla base della selezione dei piccoli produttori. “Acquistare direttamente da piccoli allevatori che garantiscono la filiera significa poter avere a disposizione parti intere da poter lavorare nei modi più diversi. Qui diviene essenziale non solo il bagaglio tecnico che noi chef dobbiamo avere, ma soprattutto la fantasia e la creatività per poter rimanere entro i canoni di una cucina che obbedisce anche a criteri di estetica del piatto. Tutto questo richiede tempo e, per me, risponde a un approccio etico del lavoro che si poggia sul rispetto della materia prima, di chi la produce, chi la consuma e chi come noi deve garantire che non sia sprecata”. A Michele Ruschioni, fondatore nel 2009 del Blog Braciami Ancora, che oggi attraverso i principali canali di comunicazione social racconta allevatori, artigiani, macellai e ristoratori, Cerofolini ha passato la parola per una testimonianza sullo stato di salute degli allevamenti in Italia. Una fotografia più che positiva è quella offerta da Ruschioni che afferma: “Sono anni che giro per l’Italia e posso senza dubbio testimoniare il fatto che il 99% degli allevamenti nazionali trattano con rispetto gli animali. Ciò non accade solo grazie a una legislazione molto rigorosa e ai continui controlli volti a certificarne lo stato di salute, ma anche a un cambiamento generato dall’intrecciarsi di temi etici con quelli legati al mondo animale. Certo, da un punto di vista meramente imprenditoriale si è visto che i maltrattamenti sono assolutamente antieconomici, ma il diffondersi di una cultura sensibile alle questioni legate alla sostenibilità e al rispetto del pianeta e delle sue risorse stanno generando modelli produttivi virtuosi”. Con il piglio che lo contraddistingue Gianfranco Vissani ha rivendicato il valore inestimabile della grande tradizione della cucina italiana che, esalta il recupero e non la sofisticazione. “Una grande pentola perennemente sul fuoco a sobbollire era la regina delle cucine di una volta.” racconta Vissani, “ il remouillage nel quale bollivano per ore i resti dei diversi tagli di carne. I grandi fondi bruni, i brodi, le basi di ogni preparazioni di cui oggi sembra si ignori l’origine”. Il panel si è infine chiuso con le parole di Barbara Sbariggia che ha voluto disegnare nettamente i contorni di un futuro realmente ecosostenibile attraverso la condivisione del piano di investimenti che ha totalmente rinnovato gli impianti del sito della Cogea alimentati esclusivamente da fonti rinnovabile. “Siamo un’azienda che ha quasi cinquant’anni di esperienza ma ci consideriamo un’azienda nuova per la sua visione del lavoro che ha come fine quello di salvaguardare una terra verde da lasciare alle generazioni future. Per questo abbiamo voluto rinnovare totalmente i nostri impianti e per questo abbiamo in progetto, nel rispetto di un non semplice iter burocratico normativo, di realizzare un impianto che potrà essere alimentato con la trasformazione degli scarti della plastica in carburante, creando un circolo chiuso ecosostenibile. La transizione verso un’economia circolare green è possibile, basta solo conoscerne gli strumenti e fare squadra. “
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