Architettura e design
Si inaugurerà giovedì 18 aprile a Treviso, presso il Museo Civico Luigi Bailo, la mostra di Andrea Pinchi “Dal Design al Pincbau”.
Sergio Ferroni

Andrea Pinchi Dal Design al Pincbau

La mostra nasce da un’idea di Paola Bellin e del Direttore Artistico di oltreDesign Luciano Setten. “L’idea era di portare a Treviso, nell’ambito dell’oltreDesign Festival, un artista legato al mondo del design ma in un modo che definisse le ragioni dell’arte, la mimesi installativa tra l’opera e il canone del luogo. Il risultato si colloca nel punto di fusione tra arte e design” spiega il curatore dell’esposizione Gianluca Marziani. Infatti Andrea Pinchi è un visual artist profondamente legato al mondo del design e proveniente da una famiglia di noti costruttori e restauratori di organi musicali e sarà protagonista dal 18 aprile al 12 maggio di una mostra articolata in tre fasi espositive:  la grande installazione “Unconventional hearts” che occupa l’intero soffitto del corridoio centrale del Museo, il progetto “Le città invisibili” e un’antologica di lavori dal 2011 ad oggi.

Andrea Pinchi si è dedicato per oltre 25 anni al design degli organi della propria famiglia, tra i più significativi dei quali quello del Duomo di Arezzo, della Kusatsu Concert Hall in Giappone, del Tempio della Consolazione di Todi e dell’Aula Liturgica San Pio di Petrelcina in collaborazione con Renzo Piano. Si è occupato inoltre del restauro di numerosi organi storici.

Inizia a dipingere da bambino con il pittore Nereo Ferraris compagno della zia, Maria Pia Pinchi, figura fondamentale per la sua formazione culturale ed artistica. Tra il 1989 ed il 1996 è in contatto con Aurelio De Felice dal quale accoglie il suggerimento ad intraprendere la ricerca del proprio mondo espressivo che lo conduce al PINCBAU che, spiega Marziani, “è il sistema semantico di Andrea Pinchi, il suo vocabolario e la sua grammatica per definire la biologia del proprio codice visivo. Il Cuore, ad esempio, si cristallizza senza arrotondamenti, come una freccia direzionale che moltiplica il segno e aumenta la febbre emotiva del rosso. Le Città Invisibili ribadiscono la tensione astratta dei segni, stavolta richiamando Italo Calvino ma senza accenni diretti, semmai lasciando aleggiare l’ispirazione in una visuale satellitare delle architetture, come se la mente scoprisse le città del puro immaginario, gli agglomerati del mondo interiore. I Calamari sono calamite cosmiche di libera interpretazione, veri e propri feticci iconici che si caricano la responsabilità degli archetipi, volando come uccelli marini che tagliano l’articolazione cromatica dei fondali, che occupano il palcoscenico cromatico degli orizzonti. Tutte le forme geometriche sono stilemi personali, segni d’autore che Pinchi modula con sapienza tecnica, organizzazione plastica ed equilibrio cromatico”.

Sia il ciclo de “Le Città invisibili” che l’installazione “Unconventional hearts”, spiega lo stesso Andrea Pinchi, sono state pensate e realizzate per il Museo Bailo di Treviso. Nella parte antologica invece verranno esposte le opere realizzate tra il 2011 ed il 2019 con materiali di scarto provenienti dagli antichi organi musicali.

Curioso sapere che gli stessi “cuorifreccia” che si potranno scrutare alzando gli occhi al cielo nel principale corridoio del Museo Bailo sono stati l’elemento caratterizzante che ha permesso allo stesso Pinchi di vincere, quest’anno, la ventitreesima edizione della “Design Int’l Packaging Competition” ovvero il concorso internazionale ideato da Vinitaly per premiare le più belle confezioni e bottiglie di vino dell’anno e sarà quindi esposta anche una bottiglia di Sartago bianco con l’etichetta vincitrice.

“Treviso e design possono ormai considerarsi un binomio inscindibile. Anche e soprattutto grazie ad oltreDesign, rassegna che ha permesso al genio degli artisti di incontrare l’eleganza dei nostri Palazzi e all’innovazione di trovare la sua massima espressione in un contesto, quello trevigiano, che ha sempre dimostrato di avere un occhio di riguardo nei confronti della bellezza quale sinonimo di creatività e tendenza. Siamo felicissimi di poter dare il via a una nuova esposizione, che saprà sicuramente coinvolgere addetti ai lavori e visitatori, appassionati ed esperti” afferma l’Assessore alle politiche sui beni culturali del Comune di Treviso Lavinia Colonna Preti.

C’è attenzione verso la città ed i suoi vanti. Lo stesso Pinchi lo sa, Treviso è città d’arte, di cultura, ma anche di sport. E proprio a uno sportivo trevigiano, Alessandro Troncon, ex rugbista che vanta 101 presenze in Nazionale (di cui è stato anche capitano) ed oggi affermato allenatore, Pinchi ha voluto dedicare l’opera "Troncon Urban Squid”. “Il mediano di mischia” spiega Pinchi  (ex rugbista) “l’ho sempre visto come un calamaro con gli occhi da mosca, controlla gli avversari e distribuisce la palla... E per me Troncon è stato un grande Maestro, perchè artista è chi crea emozioni. Oggi continua a rappresentare un grande esempio di vita”. Il 12 maggio in occasione del finissage l’asso trevigiano riceverà l’omaggio dalle mani di Pinchi.

"La mostra a Treviso è la conferma calibrata di un artista metodico e concentrato, coerente con le proprie radici formative, cosciente di un tempo tecnologico in cui cucire le sue iconografie universali” conclude il curatore Gianluca Marziani.

 

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