Architettura e design
Nel quattrocentesco palazzo Salomoni Alberteschi, dichiarato d'importante interesse culturale nel centralissimo quartiere Regola stesso isolato di palazzo Spada, cuore della Roma rinascimentale la tutela prevista dalla Legge non arriva
Sergio Ferroni

La Soprintendenza approva progetto che cancella la storia.

La legge sul superamento delle barriere architettoniche (13/89) consente ai portatori di handicap la possibilità di installare in qualsiasi edificio condominiale un ascensore o altra apparecchiatura per disabili.  Nel caso in cui il condominio non approvi il disabile può installare a proprie spese una servoscala e ogni altra struttura mobile facilmente removibile che ne faciliti i movimenti (art. 2, comma 3, legge 13/1989).  La condizione normativa è che queste opere non debbano però recare pregiudizio al fabbricato né alterarne il decoro architettonico su valutazione della Soprintendenza in caso che sia vincolato. L'ascensore non può comunque essere installato se rende talune parti comuni inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino.   Nel quattrocentesco palazzo Salomoni Alberteschi, dichiarato d'importante interesse culturale n° 48534 del 24 maggio 1955 - trascritto a Roma il 12 dic. 1955,  nel centralissimo quartiere Regola stesso isolato di palazzo Spada, cuore della Roma rinascimentale la tutela prevista dalla Legge non arriva. Il piccolo, scenografico, cortile è caratterizzato dalla sovrapposizione di tre archi cinquecenteschi con capitelli realizzati dai Salomoni.  Nel '400 era appartenuto ai Paloni vecchia famiglia romana estinta con sepoltura in S. Maria in Publicolis  i cui interventi sono ancora visibili nei mensoloni dei soffitti di piano nobile. Passato nel '500 ai Salomoni Alberteschi,  di origine longobarda, con senatori e conservatori in Campidoglio dal XII sec. estinti nel '700 autori dell'impianto rinascimentale con doppio portale architravato con gli emblemi araldici, i nodi di Salomone e teste leonine, fregio con iscrizione D (omus) SALOMONIA ALBERTISCORUM cornicione a guscio con simboli araldici, finestre con cornici in travertino su marcapiano.  La preziosità del cortile sta nei finestroni, elegante esempio della corrente sintetista sangallesca nell'architettura rinascimentale cinquecentesca romana, che nella loro sovrapposizione davano fino ad oggi luce alla scala e attraverso i quali si leggevano i portali in pietra, le volte a crociera e gli elementi rinascimentali non più visibili, occultati dal progetto scellerato approvato dalla Soprintendenza Speciale di Roma.

La collocazione dell'ascensore avrebbe dovuto, almeno, essere preceduto da un intervento di riordino delle preesistenze per renderlo meno invasivo. Rimangono, invece, sull'unica parete che avrebbe consentito una maggiore aderenza gli enormi vecchi condizionatori aggettanti posizionati a suo tempo disordinatamente, e alcuni contatori, che hanno fatto perdere circa un metro dalla parete da dove inizia lo scavo nel piccolo cortile rinascimentale. La Soprintendenza ha preferito essere sbrigativa, autorizzando la collocazione centrale sorvolando sulla rimozione-spostamento degli elementi non consentendo l'aderenza dell'ascensore alla parete.   Alchè la Soprintendenza Archeologica sembra non curante della tutela delle presenze archeologiche, eppure, l'articolo 11 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.lg 42/04 prevede particolare attenzione. all'art 11 "assoggetta alle disposizioni espressamente richiamate le seguenti lapidi e iscrizioni al punto a), in via prioritaria ma in via dei Pettinari rimane teoria.  L'epigrafe  in pietra dovrebbe rivestire particolare importanza scientifica, per la storia, la conoscenza della società antica, dei suoi usi e costumi, della religione, dei rapporti tra i vari strati della popolazione, per la prosopografia, per la comprensione di determinati eventi anche sotto il profilo grafico che in questo caso è stata ignorata e subordinata ad un atto amministrativo.  L'ascensore invade tutto il cortile, lo spazio aperto che dovrebbe essere di uso di tutti i condomini non c'è più, buttate le piante, il verde che rendeva umano il palazzo. Un progetto predatorio che strumentalizza a proprio uso interpretativo la legge facendo lega sull'ignavia delle istituzioni preposte alla vigilanza del territorio.  La richiedente dell'ascensore invece "deambula" in giro senza accompagno. La soluzione per arrivare più comodamente nel suo appartamento poteva essere il montascale, servoscala, che consiste in un impianto per il sollevamento e il trasporto delle persone con difficoltà di movimento. Lo scopo del montascale è quello di permettere alla persona di superare una scala, un dislivello o una barriera architettonica. Certamente con l'ascensore l'appartamento al terzo piano acquisterà notevole più valore a danno degli altri comproprietari e della storicità del palazzo.  Una vera truffa sulla quale ci sarà battaglia in Tribunale e dove la Soprintendenza dovrà spiegare perché ha approvato un progetto che cancella la storia.

Queste modalità della Soprintendenza cancellano l'identità architettonica, storica, culturale del palazzo, occultano gli archi quattrocenteschi sovrapposti della scala, l'iscrizione romana lapidea e rendono ancora più buie ed invivibili le stanze che affacciano sul cortile creando un grave danno ai proprietari contro il dettato normativo. I condomini stanno per presentare interrogazione a risposta scritta al Ministro Sangiuliano per tentare di tutelare la culturalità del palazzo.

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