
Eventi
Tania Turnaturi
Requiem per Khojaly
Commozione e rimpianto a ogni rievocazione. Commemorando quello che è avvenuto nella notte del 25 febbraio 1992 nelle esistenze di civili azeri massacrati dall’esercito armeno con un reggimento russo. Il 26 febbraio a Khojaly, cittadina della Repubblica dell’Azerbaigian, il sole non si levò per 613 persone, di cui 106 donne, 76 anziani e 63 bambini che non si affacciarono alla vita, altri 25 bambini persero entrambi i genitori e 130 un genitore, 8 famiglie restarono totalmente sterminate, 487 persone furono rese invalide e 1275 prese in ostaggio, 150 furono i dispersi.
Le fredde cifre del genocidio divennero un fatto di cronaca nella notte in cui le forze militari armene col sostegno del 336° reggimento ex sovietico occuparono la città, isolata dopo una serie di atti di pulizia etnica che avevano costretto un milione di rifugiati e profughi ad abbandonare la propria terra, radendola al suolo con un intenso bombardamento di artiglieria pesante. I civili in fuga verso le foreste e le montagne caddero in imboscate e restarono vittime di ogni genere di sevizie, con i corpi mutilati esibiti come trofei.
Dopo la fuoriuscita nel 1991 dell’Azerbaigian dall’Unione Sovietica, la secessione della piccola enclave del Nagorno Karabakh a sud-ovest dà vita a un’entità autonoma che causa il conflitto tra la maggioranza etnica armena sostenuta dalla Repubblica Armena e la Repubblica dell’Azerbaigian che rivendica l’integrità territoriale. Ancora oggi l’Armenia occupa militarmente il 20% del territorio azerbaigiano riconosciuto internazionalmente e ciò ha creato più di un milione di rifugiati e profughi interni e 4.000 ancora oggi dispersi.
Una ventina di Paesi e 24 Stati degli USA hanno condannato il genocidio di Khojaly come crimine contro l’umanità.
L’Ambasciatore della Repubblica dell’Azerbaigian presso la Santa Sede, S.E. Ilgar Mukhtarov e l’Ambasciatore in Italia, S.E. Rashad Aslanov, hanno ricordato le vittime azerbaigiane nella Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Mercede.
L’Ambasciatore Mukhtarov ha ricordato l’importante contributo che la campagna “Justice for Khojaly”, lanciata per iniziativa della fondazione Heydar Aliyev, offre a livello internazionale per sensibilizzare su quanto avvenuto.
L’Ambasciatore Aslanov ha sottolineato quanto Khojaly rappresenti un momento drammatico della storia dell’Azerbaigian. Il paese ha oggi riconquistato la sua integrità territoriale, Khojaly è finalmente libera, e anche attraverso il riconoscimento dei crimini e la giustizia, il popolo azerbaigiano è pronto ad una reale riconciliazione. In questo contesto, è importante il sostegno della comunità internazionale per porre fine all’impunità degli autori e per prevenire che si ripetano simili azioni. È necessario che le vittime ottengano giustizia, per contribuire alla pace. L’Ambasciatore infine ha espresso la sua fiducia che la giustizia per Khojaly prevarrà.
Alla celebrazione di una Santa Messa di commemorazione, ha fatto seguito il concerto dell’Orchestra dell’Accademia Sannita, formata da giovani strumentisti già distintisi nella loro carriera per meriti artistici e membri di prestigiose orchestre italiane, che conta violini, viola, violoncello e contrabbasso. L’Orchestra ha suonato brani azerbaigiani, come l’Adagio di Gara Garayev e la canzone tradizionale azerbaigiana di Ay Lachin, e altri di musica classica internazionale da Bach a Verdi, da Vivaldi a Mozart.

Giornalista Pubblicista Da anni si occupa di turismo, enogastronomia, arte e teatro. Collabora con numerose testate specializzate per le quali scrive reportage di viaggio, articoli di promozione del territorio, eventi enogastronomici, ristoranti, mostre d’arte, cultura, attualità e recensioni teatrali. Appassionata della buona tavola, ama raccogliere erbe selvatiche commestibili e molte specie di funghi che utilizza per piatti di cucina povera e tradizionale.
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