Arte e cultura
La scoperta di un cassetto di famiglia rispolvera insieme ferite e ricordi. Elena Chioccarelli apre la sua visione poetica.
Sergio Ferroni

La galleria Micro Arti Visive di Roma ha presentato la personale di Elena Chioccarelli “VITA”

La mostra, organizzata da Paola Valori per le iniziative di MICRO approda a Roma dopo una lunga attesa causata dall’emergenza Covid.

Per la prima volta nella capitale, "VITA" prende avvio da una riflessione personale dell’artista, con l’intento di documentare le vicende dei nonni durante il loro espatrio in Etiopia nel 1938, in pieno colonialismo italiano.  Memorie di viaggio, tesori custoditi, drammi della guerra sono queste le tracce dell’eredità, il “lessico famigliare” di Elena Chioccarelli.  Il puzzle che Elena ricostruisce riapre una pagina drammatica della storia di sua nonna, Giulia Patrizi Carrega, ricordo costante e presenza importante con la quale ha vissuto fino ai suoi 30 anni -  è la persona che torna sempre presente, e con cui Elena ha intrecciato un legame così forte da raccontarne oggi la sua storia, attraverso un progetto artistico ambizioso.  Dal loro dialogo immaginario, lontano nel tempo e nello spazio, l’artista ha imbastito il suo percorso espositivo e la sua ricerca artistica. “Ho fatto tesoro di questa eredità inaspettata per me fonte di grande ispirazione” racconta Elena “Ho iniziato questa sorta di collaborazione con lei, ispirandomi ai suoi racconti carichi di sentimento, per prolungare l’emozione che questi mi hanno dato, per sentirla più vicina, per renderle omaggio e per dare continuità alla nostra esistenza”.

Le vicende della nonna e della famiglia, il sogno infranto di un nuovo mondo, il colonialismo e gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, la prigionia,  riverberano nelle “fragili” opere di Elena Chioccarelli , nel fluire morbido dei suoi orizzonti visivi, in quel tracciare sconfinamenti spaziali, gli stessi che invece hanno segnato, in quegli anni tragici, il limite della Storia sconvolgendo la vita di molti e della sua famiglia.

La rivelazione di quell’archivio di memorie, una scoperta casuale, come scrive  Paola Valori nel suo testo introduttivo  - "ha rispolverato insieme ricordi, dolori” -  e ha riaperto ferite, acceso interrogativi, attivando l’indagine di Elena.  “Un vero e proprio racconto per immagini”  aggiunge la gallerista  “dove si incrociano legami e radici, narrato attraverso la sua straordinaria capacità di immergersi così totalmente nel colore”.

L’intento è materializzare quel dialogo interrotto con la persona, la vita e una pagina di Storia, personale e nazionale, che soltanto apparentemente non c’è più. E nel suo percorso umano e artistico, anche se Elena non è mai stata in Etiopia, è esattamente lì, che ritrova un pezzo di sé stessa - “si misura tra astratto e figurativo, crea una traccia su tela o carta - la stessa- che si incrocia con le orme di sua nonna” (dal testo di Martina Ludwina Caruso) ricomponendo quindi la sua vicenda, “sospesa” sul filo della Grande Storia e in quella della sua famiglia.

Note Biografiche

Elena Chioccarelli è nata a Roma. Pratica da sempre un’arte "plastica", che impiega materiali e tecniche miste, acquisite nell'arco di diversi anni attraverso una molteplicità di formazioni e di esperienze nelle arti manuali, dalla moda al restauro di mobili antichi, passando per l'artigianato. Vera alchimista della materia, viaggia e si installa in diversi luoghi del globo, ispirandosi alle pratiche culturali locali che sa ormai esprimere in una sintesi perfettamente originale. Si potrebbe credere che l'artista si limiti a una forma di identità universale, eppure non è così, e come attesta la sua ultima e ambiziosa serie "Vita", è invece nel cuore stesso delle sue radici romane che si colloca tutta la sua ricerca originale.

Si allontana geograficamente dal suo passato,  per poi ritornarvi e sfruttarlo come materiale essenziale di creazione, in un impeto di resilienza artistica.

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