Arte e cultura
Camilla Grimaldi gallerista e curatrice d’arte presenta nella sua galleria di Roma la mostra “Monocromo” di Alfonso Fratteggiani Bianchi
Sergio Ferroni

Camilla Grimaldi presenta MONOCROMO

Il segreto di Alfonso Fratteggiani Bianchi è costituito dalla superficie su cui dipinge che è, sempre e solo, la pietra serena. Un segreto notissimo, ma non facilmente imitabile, perché solo il materiale che proviene da una piccola cava situata a Firenzuola, ha quelle caratteristiche di solidità e compattezza tali da consentire ai pigmenti di legarsi alla superficie della pietra senza aggiunta di collanti. I colori, specialmente fabbricati in Germania, mantengono la loro luminosità perché non vengono assorbiti dalla pietra di quella particolare cava, a dispetto della sua porosità.   Le variazioni cromatiche e le tonalità raggiunte dall’artista sono praticamente infinite: superiori, ci sembra, a quelle ottenute da altri grandi artisti che pure hanno realizzato opere di affascinante, misteriosa intelligenza poetica, utilizzando un solo colore.  Se ne accorse, qualche anno fa, quell’eccezionale scopritore di talenti che fu Giuseppe Panza di Biumo che, come è noto, nella sua collezione di Villa Litta a Varese, ha esaltato e privilegiato le opere di grandi pittori monocromatici come Phil Sims, Ettore Spalletti, Mark Rothko e Lawrence Carroll, che sono stati capaci di realizzare i loro capolavori sfruttando gli effetti e le sfumature prodotti dalla luce sulle loro tele di un solo colore. Panza comprese per primo che Fratteggiani Bianchi, con la scoperta delle caratteristiche uniche di una pietra umile e antica, aveva raggiunto l’apice della luminosità che è, il Santo Graal di ogni pittore.

L’apertura della mostra “Monocromo”  si terrà in Via dei Tre Orologi 6a, l’8 maggio 2024 alle ore 18.30

Per l’occasione si presenterà anche un libro di 72 pagine sviluppato per la mostra, con i testi di Camilla Grimaldi (gallerista e curatrice), Greta Voeller (co-curatrice e editor/designer del libro), e Giulia Ciacci (artista), con foto di Simon D’Exéa e Thomas Clocchiatti.

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