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Non é la prima volta che ci occupiamo di Bruno Scapini per la sua attività letteraria.
Sergio Ferroni

Montecatini Terme: assegnato il “Premio Eccellenza alla Carriera” a Bruno Scapini, diplomatico e scrittore

Nato professionalmente come diplomatico, ha scoperto a fine carriera una intrigante vena narrativa che lo ha portato in pochissimi anni a raggiungere un eccezionale livello di notorietà tra i più prestigiosi circoli letterari del nostro Paese.  A conferma di questo tanto insolito successo, giunge ora l'assegnazione, avvenuta sabato 26 novembre scorso, nella scenografica cornice del Caffé Storico Tettuccio di Montecatini Terme, del  “Premio Eccellenza alla Carriera”.

A consegnare l'ambito riconoscimento al Diplomatico era Marina Pratici, poetessa, scrittrice, critico letterario di chiara fama, nonché Ambasciatrice della Cultura Italiana nel mondo, in nome del Sodalizio promotore del Premio  “Il Canto di Dafne”  dalla medesima peraltro presieduto con mirabile abilità ed eccezionale  maestria. La cerimonia, sostenuta da una folta platea di ospiti e di relatori, si é svolta in presenza delle Autorità cittadine e di eminenti rappresentanze del panorama culturale nazionale, a citare in particolare il Prof. Hafez Haidar e la scrittrice Annella Prisco, e ha confermato, per la vasta affluenza del pubblico e l'alto apprezzamento ricevuto dalla sala, non solo la vitalità del Sodalizio, ma anche, e sopratutto, la sua straordinaria capacità a mantenere e sviluppare un ruolo decisamente incisivo per l'affermazione della migliore immagine della cultura italiana nel mondo.   Circa il merito del riconoscimento assegnato a Bruno Scapini, la Direttrice artistica del Premio, Rita Innocenti, ha voluto leggere, nel corso della cerimonia, le motivazioni che la Giuria ha ritenuto di considerare nella formulazione del proprio giudizio.  E ha posto così in evidenza il grande impegno professionale del Diplomatico, esplicitatosi nel salvaguardare e promuovere in tutti i Paesi di servizio il ruolo dell'Italia; un'attività che ha reso Bruno Scapini  un sicuro riferimento per la “salute politica” delle nostre relazioni internazionali e per l'assistenza alle tante comunità degli italiani all'estero.   A riguardo della sua attività letteraria, la Giuria ha inteso poi esaltare, nel valutare l'impegno narrativo dell'Autore, lo straordinario estro di cui lo stesso riesce a dar prova nell'abbinare, con sorprendenti e sapienti  effetti di plausibile finzione, “la fantasia con la realtà”.  Un abile artifizio di cui lo Scapini “scrittore” si serve per denunciare, attraverso le sue trame sì immaginate, ma pur sempre inserite in un contesto di riferimenti veri e reali, problematiche purtroppo tuttora irrisolte che affliggono l'Umanità, o mali di cui gli uomini, in un prossimo futuro, potrebbero candidarsi, loro malgrado, a divenire tristemente vittime.   Di questa sottile finalità, che traspare ed emerge con prepotenza in tutte le opere dello Scapini, abbiamo già avuto modo di parlare in altre sedi.  Ma nello specifico contesto di Montecatini, è stato lo stesso Autore a fornire un eclatante esempio di come il male, bestia dura a morire, ancora prevalga a dispetto dei tanti buoni propositi dichiarati proprio da coloro che troppo spesso del male si fanno interpreti ed esecutori.  Prendendo spunto, infatti, dal romanzo al quale il conferimento del Premio alla Carriera idealmente si collega, “Arsakh. Confessioni sulla Linea di Contatto”,  l'Autore ha voluto denunciare l'omicidio di un Sottufficiale armeno, commesso per puro odio etnico nel 2004 a Budapest, per mano di un collega azero, rimasto a tutt'oggi impunito e anzi esaltato proprio dal Presidente dell'Azerbaijan quale atto di eroismo. Ed ecco che qui si appunta l'aspra critica dell'Autore allorché vede nel silenzio dei Governi di fronte a tale misfatto, il deplorevole tentativo di voler scambiare i Diritti Umani e la pretesa ad uno stato di Diritto, come merce politicamente negoziabile, quale conseguenza di una imperdonabile arrendevolezza della coscienza etica.   Un Premio, dunque, quello alla Carriera decisamente meritato da Bruno Scapini non solo per la dedizione da egli profusa nel suo intenso lavoro di Diplomatico, ma anche per il suo attuale e assiduo impegno ad affermare, attraverso l'opera narrativa, la vittoria del Diritto Umanitario sulle forze occulte del male che vorrebbero invece farlo tacere.  

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