Arte e cultura
Da marzo a giugno 2024, Palazzo Esposizioni e la città di Roma celebrano Carla Accardi (Trapani 1924-Roma 2014), in occasione del centenario della nascita, con una grande mostra antologica.
Sergio Ferroni

Carla Accardi, la mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma

Carla Accardi , figura di assoluto rilievo è stata per oltre mezzo secolo protagonista della cultura visiva italiana e internazionale. Attraverso la sua pittura ha contribuito in maniera rilevante alla nascita e allo sviluppo di nuovi modi di intendere l’opera d’arte, dall’astrattismo dell’immediato dopoguerra all’informale, mantenendo una singolare ed eccezionale coerenza espressiva, dalla pittura-ambiente a un’arte segnata dalle istanze del femminismo, fino alla rinnovata joie de vivre incarnata nei grandi dittici e trittici. Un percorso cronologico che include allestimenti ricostruiti dalla sala personale alla Biennale di Venezia del 1988 rivelata seminale internazionalmente.

Mentre a Roma continuano lunghe file a Rende, Museo di Arte Contemporanea Bilotti nel Castello, Carla Accardi e il suo lavoro rimangono ignorati. Il Museo di Rende espone a piano terra i maestri del primo Novecento e una sezione dedicata all'espressionismo e classicismo novecentista con opere importanti di Filippo De Pisis, Lorenzo Viani, Felice Carena, Virgilio Guidi. Significativo il nucleo della Scuola romana rappresentata da vari dipinti figurativi e astratti di Mario Mafai, Antonietta Raphael sculture e dipinti tra cui il monumentale omaggio a Picasso.  Ziveri, Pericle Fazzini, Mino Maccari, Corrado Cagli, Castellucci, Fausto Pirandello,  Giuseppe Capogrossi, Marino Mazzacurati, Omiccioli, Orfeo Tamburi, Nino Franchina. Un bellissimo ritratto di Renato Guttuso introduce a quella continuità espressiva del dopoguerra che leggiamo nelle opere di Turcato e Avenali.  Una sezione futurista con dipinto di Gino Severini e opere di Giacomo Balla e delle figlie Elica e Luce. Antonio Corpora, Fausto Pirandello, Bruno Cassinari, ci ricordano le sperimentazioni tra astratto e figurativo del dopoguerra.  La scuola di Piazza del Popolo è evocato da Franco Angeli, Tano Festa, Mario Ceroli Cesare Tacchi e Mattiacci.  "Forma 1" del dopoguerra con Dorazio e Turcato e il capolavoro del 1985 di Carla Accardi  "Rosso-blu"  tempera su carta goffrata. Il Museo di Arte Contemporanea nell'imponente Castello di Rende custodisce una delle più ampie collezioni d’arte moderna e contemporanea della Regione, dipinti, disegni, sculture e installazioni che testimoniano le principali correnti artistiche del Novecento ai nostri giorni. Il Museo è stato costituito con la donazione al Comune di Rende con atto di grande generosità e mecenatismo delle collezioni personali di Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona.  Alto spirito di condivisione con la collettività aderendo alla concezione pubblica dei beni culturali che in questo progetto, con i diversi linguaggi espressivi dei maestri del Novecento e del terzo millennio, rappresenta il compimento di un rapporto sincronico tra la sfera pubblica e quella privata. L’attuale allestimento delle collezioni si dirama in percorsi simultanei in cui le opere sono accostate per assonanze, contrasti, rimandi e citazioni, vantando nomi come Jannis Kounellis, Renato Mambor, Luigi Ontani, Nagasawa, Pistoletto, Isgrò, Giosetta Fioroni, Ceccobelli, Pizzi Cannella, Luca Maria Patella, Omar Galliani Chiara Dynys.  Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Andy Warhol, Spalletti, Mochetti, una intera sala dedicata a Pietro Ruffo con il carro armato a grandezza naturale e 4 quadri di 4 metri, la sala Vettor Pisani e la sala Giuseppe Gallo e le vetrate di Alfredo Pirri sulla facciata. Carla Accardi era legata da amicizia e operatività con Roberto Bilotti, già nel 2010 il Museo Bilotti a Villa Borghese a Roma le ha dedicato la mostra  "spazio, ritmo, colore".  Installazioni che enfatizzavano l’elemento ambientale con un Pavimento in feltro creato specificamente, lavori luminosi e sonori e un gruppo di Ceramiche. Lavori inediti su carta, con temi ed elementi ricorrenti nel suo alfabeto pittorico.

Nel mondo gli autori presenti a Rende e Cosenza sono ambizione culturale, vanto identitario mentre da noi rimangono nell'obblio.   Con quali occhi guardiamo ciò che abbiamo a Rende e Cosenza? Forse con poca cura e conoscenza, tendendo a mitizzare ciò che è nelle altre città ignorando ciò che abbiamo. Il centro storico di Rende è borgo musei. Una cittadella dell'arte con palazzi, chiese, piazzette, scorci panoramici.  Il Museo Civico nello storico palazzo Zagarese con capolavori dei maestri del '600 da Mattia Preti a Pascaletti al settecentesco Santanna; il  Maon tra 800 e 900  e il Museo della ceramica, in fase di restauro che con il laboratorio di ceramica costituisce scuola-officina a sviluppare la cultura arti decorative e la conoscenza delle tecniche di formazione potrebbero creare nuova opportunità di occupazione giovanile. Un grande progetto che può costituire luogo di socializzazione e partecipazione, strumento di coesione sociale e di sviluppo, d'integrazione e aggregazione con studenti università su modello Kunsthalle e nuovi format, e in accordo con gli operatori turistici portare sul territorio turisti che trascorrendo una giornata possono costituire indotto di sviluppo.

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