Arte e cultura
Sergio Ferroni
"Guida alle sculture di Cosenza" di Enzo Le Pera
Foto cover: eredi Balla con Pugno Boccioni e Roberto Bilotti
Un evento importante per la Città di Cosenza, per conoscere più da vicino il suo lato artistico e le sculture con cui conviviamo ogni giorno. Sono previsti interventi di Franz Caruso Sindaco di Cosenza, Mario Bozzo Presidente Premio per la Cultura Mediterranea, Roberto Bilotti istitutore e donatore con la famiglia delle sculture del Mab ed esperto con ruoli istituzionali presso la Soprintendenza capitolina, il Ministero Beni Culturali e Unesco. Una panoramica delle sculture, da quelle storiche come il monumento a Bernardino Telesio, iniziatore della filosofia della natura rinascimentale dalla cui dottrina trassero ispirazione Giordano Bruno, Cartesio, Bacon, Campanella. Realizzata in bronzo nel 1914 dallo scultore Achille D’Orsi (1845-1933), poggia su un poderoso piedistallo di granito silano. Ai lati sono incisi due bassorilievi: “L’arresto di Telesio giovane” e “Telesio che insegna la sua filosofia“.
La fontana di "Giugno" spostata agli inizi del '900 nella sua attuale collocazione dalla Piazza piccola o dei pesci, e venne con l’espansione della città nella zona valliva. Rappresenta l’Estate nelle sembianze di un giovane intento a mietere il grano e realizzata su progetto dell’artista francese Mathurin Moreau, fino alle sculture moderne e contemporanee del Museo all'Aperto Bilotti. Uno strumento esaustivo agile e facile di consultazione. Le schede delle sculture del MAB che rendono Cosenza nota internazionalmente sono anche corredate del codice QR che attraverso la relativa matrice, composto da moduli neri disposti all'interno di uno schema bianco di forma quadrata, isi possono avere informazioni lette tramite smartphone e poter ascoltare i vocali direttamente dagli artisti o Fondazioni e Archivi in loro rappresentanza.
Con il protocollo d'intesa del 1° settembre 2004 con Deliberazione n. 235 del 6 ag. 2004 della Giunta municipale nasce il Museo all'Aperto Bilotti di sculture. Inaugurato nel 2005 dal Presidente Unesco Gianni Puglisi che lo definì "patrimonio culturale d'interesse pubblico avente valore di civiltà". All'evento inaugurale hanno partecipato anche il Vice Ministro per i Beni Culturali Martuscello, il Soprintendente capitolino Eugenio La Rocca, il critico Prof. Maurizio Calvesi. Il 10 ottobre 2019 con Decreto del Ministero per i Beni Culturali n. 1088 il MAB è stato dichiarato d'interesse particolarmente importante "in quanto presenta carattere d'interesse artistico di rilevanza culturale e quale testimonianza dell'identità collettiva". Per il Ministero “il MAB riveste altresì un valore testimoniale ed esprime un collegamento identitario e civico di significato distintivo eccezionale anche per l'integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione”.
Nato dall'ideale visione di Carlo Bilotti tesa a includere l'arte nella quotidianità. L'amore verso la sua città lo ha spinto a donare la sua ampia raccolta di sculture del Novecento italiano, che ha trovato destinazione lungo il corso Mazzini pedonalizzato e nelle due piazze che lo delimitano. Un percorso espositivo permanente unico e ricco di suggestioni che salda il rapporto tra cittadini, arte, ambiente ed architettura offrendo un nuovo dialogo di coesione sociale. Una scelta organica e coerente che documenta le più significative figure dell'intero XX secolo solcato da due guerre, indicando inquietudini e istanze di un mondo in perenne tensione. Strutture plastiche vivono nello spazio creando un suggestivo itinerario tra le avanguardie, dal cubismo di Severini al futurismo di Balla, alla metafisica di De Chirico e al surrealismo di Dalì. Lo spazio urbano è sollecitato inoltre dal monumentalismo massivo ed epico di Sironi e Martini, eredi di una statuaria dalle antiche radici, e dalle soluzioni innovative, pur nel rispetto della tradizione, di Manzu', Greco e Fazzini fino agli echi internazionali della Raphael per concludersi nelle inedite panche di Consagra che uniscono l'intento decorativo a un uso funzionale. Fondazioni, archivi, artisti e loro eredi hanno condiviso e sostenuto il progetto integrando il corpus originario con altre significative presenze contribuendo ad una nuova rinascita culturale della città cui Carlo Bilotti ha dedicato tante energie atte a rendere lo spazio urbano fecondamente estetico e didattico.
Iniziativa proseguita dalla famiglia dopo la sua prematura scomparsa nel 2006. Le sculture, come i quadri, necessitano di una cornice che qui è costituita dall'animazione della vita cittadina. Le attività quotidiane del commercio, dell'esistenza associata e dello svago, sono intermediate dalla voce alta dell'arte e il museo esce dalla sua sede tradizionale e si fa polis. Come afferma Boccioni, nato in questa regione, l'arte deve essere portata "fuori dai musei", "spalanchiamo la figura, proclamiamo che l'ambiente deve far parte del blocco plastico come un mondo a sè e con leggi proprie....".
Tornano i grandi episodi del mito che ha popolato i racconti del nostro territorio già estensione della Grecia classica con il gruppo di "Ettore e Andromaca" e gli "Archeologi" di de Chirico, il "Colonnato" e i "Bronzi di Riace" di Sosno, la "Sibilla" di Fazzini, la "Cariatide" di Sironi, il "Toro", la "Niobe" e la "Leda e il cigno" di Raphael, la "Chimera" di Gonzales, che evocano e restituiscono al presente un passato glorioso.
Con questa statuaria Cosenza si allinea a importanti poli culturali internazionali. Opere degli stessi artisti, con la loro potenza espressiva, sono divenute icone dei luoghi della civiltà universale. Manzù davanti la sede dell’ONU e nella porta della Basilica Vaticana, Consagra al Parlamento Europeo, al Quirinale e in Piazza Duomo a Milano, Sironi alla Camera dei Deputati e con lui Martini all'Università La Sapienza. Gli artisti presenti a Cosenza sono anche protagonisti nei più importanti musei dal Metropolitan al Moma, dalla Tate, all'Ermitage e al Guggenheim.
Queste sculture, entrate nell'identità della città vengono incontro ai residenti, ai turisti, ai visitatori occasionali rivoluzionano il concetto stesso di museo. L’assenza di modalità di accesso - cadenze di apertura e di chiusura, orari da rispettare - lasciano il posto alla libertà individuale e alla disponibilità di un museo che perde la prospettiva centrata sugli oggetti e predilige lo sguardo del visitatore. Artisti, esperienze, materiali, forme, stili diversi sono uniti dal filo di un racconto che attraversa la storia artistica e culturale del secolo passato. Museo all’aperto significa reinterpretare i meccanismi di partecipazione e di fruizione, creare uno stretto legame arte-vita, ridisegnare concetti quali relazione e condivisione e, passeggiando, portare a casa emozioni, idee, sapere.
Giovedì 16 novembre alle ore 17 presso il Terrazzo Pellegrini Editore
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