
Enogastronomia
Francesca Sirignani
Kiwami: per vivere un'esperienza enogastronomica esclusiva!
Ai fornelli, chef Koji Nakai porta con sé una storia affascinante, fatta di tradizione, scoperta e passione. Nato a Kobe, sull’isola di Honshu, il suo legame con la cucina italiana inizia in modo inaspettato fin dalla più tenera età. Il padre, spesso in viaggio per lavoro nel Belpaese, rientrava a casa con salumi pregiati e prodotti gourmet avvolti in confezioni scintillanti, molto diverse da quelle più sobrie tipiche del Giappone di allora. Quei sapori esotici e accattivanti stuzzicano la curiosità del piccolo Koji, accendendo in lui una scintilla che lo accompagnerà per tutta la vita.
Tuttavia, l’incontro con la gastronomia non si ferma all’Italia: la vera palestra per il futuro chef è la storica locanda Sakan di Kyoto, gestita dai suoi nonni. Qui, immerso nei profumi intensi della cucina giapponese tradizionale, inizia a scoprire le preparazioni più autentiche, dai brodi complessi alla cura meticolosa per la sapidità degli alimenti. A soli sei anni, il destino sembra già tracciato quando riceve in regalo un wok, un dono che segnerà per sempre la sua strada.
Nonostante un iniziale percorso accademico in giurisprudenza, la passione per la cucina ha il sopravvento, spingendolo a lasciare gli studi per inseguire il suo sogno culinario. Il viaggio lo porta in Italia, terra che aveva tanto affascinato il suo palato da bambino. Prima approda a Pisa, poi a Udine, dove entra in contatto con il mondo della cacciagione e delle frollature, apprendendo tecniche che arricchiscono ulteriormente il suo bagaglio gastronomico.
La svolta arriva con il trasferimento a Roma, città in cui consolida la sua esperienza lavorando in ristoranti di prestigio dove affina il suo stile, unendo la delicatezza e la precisione della cucina giapponese con la ricchezza e l’istintività dei sapori italiani.
Oggi, la sua cucina è un ponte tra Oriente e Occidente, un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione, capace di raccontare la sua straordinaria storia attraverso ogni piatto.
"Vivere in Italia mi ha dato una libertà che in Giappone difficilmente avrei potuto sperimentare", racconta chef Koji Nakai con un sorriso. "Nel mio paese d'origine, la cucina è un’arte rigorosa, fatta di regole precise e rispetto assoluto della tradizione. Qui, invece, ho trovato un equilibrio diverso, una creatività più spontanea che mi ha permesso di esplorare e sperimentare senza sentirmi vincolato da schemi troppo rigidi".
La fusione tra tradizioni culinarie si riflette nei suoi piatti, dove il rispetto per la tecnica giapponese incontra il calore e la passionalità della cucina italiana. "Mi sento un romano-giapponese a tutti gli effetti", ammette ridendo. "E infatti i miei noodles all’amatriciana sono una vera specialità! Riescono a racchiudere il meglio di entrambi i mondi: la consistenza perfetta della pasta giapponese e il sapore avvolgente del guanciale e del pecorino. È il mio personale omaggio a Roma, la città che mi ha accolto e in cui ho trovato la mia dimensione".
La filosofia culinaria di chef Koji Nakai e della sua brigata è profondamente radicata nelle pratiche orientali, con un'attenzione quasi rituale verso la qualità e la purezza degli ingredienti, in particolare del pesce. Ogni prodotto, una volta arrivato in cucina, viene sottoposto a un meticoloso processo di purificazione: a seconda della sua provenienza, viene trattato con sale o con speciali soluzioni saline, una tecnica che esalta il sapore naturale e garantisce una consistenza perfetta. Questo approccio, tipico della tradizione giapponese, è parte integrante della sua visione gastronomica, dove ogni elemento viene rispettato e valorizzato al massimo.
Inoltre, la novità di quest’anno, all’interno del ristorante Nakai, è un nuovo ed esclusivo progetto: Kiwami, definito dallo stesso chef come “un ristorante nel ristorante”. Questa esperienza si svolge in una sala indipendente, progettata per immergere gli ospiti in un ambiente distinto dal resto del locale. L’atmosfera è intima e avvolgente, con pareti scure che evocano un bosco, piante sospese dal soffitto e un grande tavolo sociale da 14 posti.
Il design della sala è stato curato dall’architetta Susan Berardo, che ha dato forma alla visione dello chef Nakai: “Qui gli ospiti possono allontanarsi dal caos cittadino non per una semplice cena ma per un’esperienza immersiva, in cui la tavola è la vera protagonista”. In questo spazio, Nakai si dedica completamente ai suoi ospiti, offrendo un contatto diretto e coinvolgente.
Il nome Kiwami racchiude il cuore del progetto. Pur avendo diverse sfumature di significato, il termine esprime l’idea di qualcosa di unico e superiore. “Essendo una sala esclusiva, voglio che ogni ospite si senta speciale. Chi siederà a tavola potrà ascoltare i suoni della cucina e interagire con me direttamente”, spiega lo chef. Il fulcro dell’esperienza è il bancone di lavoro, posizionato accanto al tavolo sociale, dove Nakai esegue parte delle preparazioni e ogni impiattamento davanti agli ospiti, trasformando la cena in un vero spettacolo culinario.
Sedendosi al tavolo sociale di Kiwami, si viene guidati in un percorso degustazione in stile omakase, termine giapponese che significa “mi affido a te”. In questa esperienza, ci si affida completamente allo chef Koji Nakai, che rinnova il menù ogni mese per rispettare la stagionalità degli ingredienti. Profondo conoscitore della materia prima, Nakai seleziona con cura i fornitori, talvolta facendo arrivare ingredienti direttamente dal Giappone.
In questo spazio esclusivo, lo chef mette in campo tutta la sua esperienza, interagendo direttamente con gli ospiti e raccontando nel dettaglio ogni piatto. La sua cucina è una fusione creativa tra tradizione giapponese e influenze italiane e internazionali, con l’obiettivo di raggiungere un’armonia perfetta di sapori. Il menù degustazione iniziale prevede 6-7 portate al costo di 80 euro, con la possibilità di abbinarlo a una selezione di vini o a un pairing di sake, sempre più richiesto. La carta del sake offre circa 20 etichette provenienti dal Giappone.
Tra le proposte che gli ospiti potranno assaporare ci sono il tataki di ricciola giapponese alla brace, servito con melanzane e puntarelle, oppure gli uramaki con tempura di zucca e radicchio, completati con burrata, chips di fiori di zucca, semi di zucca e salsa teriyaki. Non mancano piatti ricchi di umami, come i tagliolini con funghi porcini e vongole, immersi in un brodo di funghi e Katsuodashi.
Tra le creazioni più iconiche spicca il tempura di fiori di zucca ripieni di cacio e pepe: un perfetto esempio di come una tecnica giapponese possa sposarsi con i sapori della tradizione romana.
Kiwami sarà disponibile il venerdì e il sabato con il percorso degustazione mentre tre giovedì al mese ospiteranno serate speciali a tema, con protagonisti produttori di vino e gin, eccellenze gastronomiche e una selezione musicale curata da un DJ, per creare un perfetto abbinamento tra piatti e sonorità.
Tocchi di italianità, spesso romana, in un contesto gastronomico profondamente nipponico? Assolutamente sì. In questa fusione equilibrata di tradizioni risiede il segreto del successo di chef Nakai: una cucina che non si limita a unire due mondi ma che li fa dialogare con eleganza e rispetto, creando qualcosa di completamente nuovo e sorprendente.
Francesca Sirignani
PER INFORMAZIONI
NAKAI
Via di Santa Maria alle Fornaci n. 14 - Roma
Tel. 06/5133215
Email: info@nakairoma.com
www.nakairoma.com

Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. Collabora con diversi un periodici specializzati in viaggi e rivolti a chi è appassionato di turismo, cultura ed enogastronomia. Si è occupata anche della redazione dei magazine dell‘ Hotel Indigo St. George, un boutique hotel 5 stelle lusso di Roma. La passione che nutre per le culture, le tradizioni e i paesaggi di altri popoli l’ha sempre portata a viaggiare e a fotografare molti Paesi.
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