
Turismo
Sergio Ferroni
Non andare in Africa.
Hic sunt leones. Ai romani bastava tanto, per non andare in Africa. Oltre un certo punto, per i cartografi dell’antichità, era così che venivano designate le aree inesplorate e nelle quali, per chi si trovava all’epoca a consultare le mappe, non era troppo consigliabile avventurarsi. Questo era l’Africa, per gli antichi, un qualcosa di vasto, misterioso e lontano, di cui non si sapeva quasi nulla, ad eccezione del pregiudizio (per l’appunto, un giudizio dato prima di poter effettivamente verificare) che qui ci sono i leoni.
Ma è possibile che 2000 anni dopo, quando non esiste praticamente più neanche un angolo di questo Continente che non sia stato esplorato e mappato, si possa ancora restare influenzati da questo monito, e che questo scoraggi potenziali esploratori o avventurieri?Si tratta, in realtà, soltanto di uno dei luoghi comuni che si fa fatica a sradicare dalla concezione che, in Europa, abbiamo dell’Africa. Per questo chi, come African Explorer, a differenza di chi si limitava a scrivere sulle mappe hic sunt leones, in oltre 50 anni di esperienza l’Africa l’ha esplorata in lungo e in largo e conosce davvero questa terra a fondo, invita oggi a non andare in Africa, quanti questi stereotipi proprio non riescono a scrollarseli da dosso. Come un’armatura impenetrabile, che può essere rimossa quando si cominciano a vedere le cose diversamente, abbandonando i preconcetti e facendo spazio alla voglia di sorprendersi. Allora, l’invito è quello ad aprire le braccia, accoglierla o, meglio, farsi accogliere dall’Africa, attraversandola e lasciandosi attraversare e stupire da Lei, in tutta la sua potenza.
Ecco solo alcuni dei motivi per cui non andare in Africa… o per andarci una volta di più!
Non andare in Africa perché… qui ci sono i leoni!
Partiamo dal più antico, e anche dal più banale: l’Africa è pericolosa per la presenza del più feroce degli animali, il leone. Si sbagliavano, gli antichi. Lo scenario è ben più complesso e tante altre sono le belve feroci. Bufali, antilopi, gnu, giraffe, zebre, gazzelle, gorilla, eccetera (c’è davvero bisogno di elencarli?): innumerevoli specie brulicano in tutta la loro magnificenza in un ecosistema protetto e tutelato. Quello che non si percepisce o, almeno, non abbastanza, è il fatto che gli animali vivono in enormi parchi nazionali e riserve, dove sono al sicuro e al contempo non costituiscono una minaccia per l’uomo. Attraversare con African Explorer uno dei grandi parchi del Sudafrica, del Kenya o della Tanzania a bordo di un veicolo 4×4 e in compagnia di un esperto ranger è, infatti, di gran lunga più sicuro che percorrere ogni giorno l’autostrada italiana che ci porta da casa al lavoro!
Non andare in Africa perché… fa sempre caldo!
L’etimologia della parola “Africa” è incerta e dibattuta. Una delle ipotesi più affascinanti, tuttavia, vorrebbe che il nome del continente derivi dal greco ??αρ?χ (afariche) che significa, grossomodo “senza freddo”. Non erano al corrente, gli antichi greci, del fatto che in Marocco, ad esempio, durante i mesi invernali nevica e che, a poche decine di km da Marrakech, ci sono addirittura dei comprensori sciistici. O del fatto che nell’Africa australe, quando da noi è estate, può fare anche molto freddo: hanno fatto il giro del mondo, lo scorso anno, le immagini della copiosa nevicata che ha imbiancato, il 10 luglio, la città di Johannesburg.
È vero, naturalmente, che la temperatura media del continente Africano è più alta di quella europea, ma i tour di African Explorer sono proprio organizzati tenendo in considerazione i periodi migliori per attraversare i paesi interessati, evitando sempre i luoghi e i periodi troppo caldi (o troppo freddi!), per un’esperienza sempre al massimo del comfort.
Non andare in Africa perché… ti prendi qualche malattia!
Un altro grande classico dei luoghi comuni sull’Africa è quello legato ai rischi che si corrono per la salute in zone dove ci si può ammalare. Innanzitutto, occorre partire da un assunto che non smette mai di valere la pena ripetere: l’Africa è grande e, come ogni altro continente, è bella perché è variegata e ogni zona presenta situazioni molto diverse. Affidandosi a un Tour Operator come African Explorer si ha sempre accesso all’esperienza di chi conosce meglio di tutti quali sono le aree dove è più o meno sicuro viaggiare. E poi, ça va sans dire, nei cataloghi African Explorer non è proposta alcuna destinazione che possa costituire un pericolo per la salute dei viaggiatori. Sia prima che durante il viaggio, inoltre, vengono fornite tutte le indicazioni al fine di eliminare del tutto qualsiasi fattore di rischio.
Non andare in Africa perché è solo spiaggia e safari…
…ma ha anche dei difetti...
Scherzi a parte, se da un lato sono molti i paesi africani che offrono bellissime spiagge e interessanti safari, non si ferma certamente qui la loro offerta: sapevate, ad esempio, che le Winelands sudafricane sono una delle regioni vitivinicole più pregiate e riconosciute al mondo, con una tradizione che risale al XVII secolo? Le terre del vino, in Sudafrica, sono visitabili con il tour Sudafrica Explorer da gennaio a maggio, mentre per il resto dell’anno è prevista un’escursione a Hermanus che permette di avvistare il passaggio delle balene.
La programmazione African Explorer propone, poi, in collaborazione con Rivista Africa, viaggi-spedizioni a carattere etnografico, come quello in Uganda, accompagnato dall’antropologa Irene Fornasiero, o quello in Malawi che, oltre alla lussureggiante natura di questo paese e alla sua ricchezza culturale (anche in questo caso, il viaggio viene guidato da un antropologo italiano) visita i progetti di sostegno alle comunità locali di Orizzonte Malawi Onlus e AYCT.
Andate in Africa, ma con uno spirito da #explorer
Perché l’Africa non è un paese, ma un continente dai mille volti e dalle mille anime. Esiste, oltre il Mediterraneo, a Nord e a Sud del Sahara e dell’Equatore, sulle rive dell’Atlantico o dell’Oceano Indiano, nelle grandi distese verdi e nei panorami lacustri dell’interno, un’Africa per ciascuno di noi. Basta alzare la testa, stropicciarsi gli occhi, e non appena ci si alleggerisce del peso degli stereotipi sembra quasi di spiccare il volo. Ed è questo, il primo passo per diventare #explorer: essere disposti a cambiare punto di vista, cercare nuove direzioni e fare posto, nel proprio bagaglio emozionale, alle ricchezze che ad ogni ritorno portiamo via con noi. Un souvenir di Africa che resta lì, nell’anima, per sempre, e a cui faranno compagnia quelli di tutti gli altri viaggi che faremo insieme.
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI:
Tel: + 39 02 32060101 – info@worldexplorer.it – www.worldexplorer.it

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