Arte e cultura
Si tiene a Roma, presso la galleria “Mitreo Arte Contemporanea”, la mostra personale di Adamo Modesto, un artista tra i più interessanti degli ultimi anni.
Nancy Velardita

“Sensibilità ambientale, sociale e relazionale” Adamo Modesto: l’uomo e l’artista

A pochi mesi dalla scomparsa dell’artista Adamo Modesto, e con il Patrocinio di Roma Capitale, Municipio XI, il Mitreo Arte Contemporanea gli dedica una mostra ricca di opere inedite, provenienti dal suo studio/laboratorio di via Pian Due Torri, nel quartiere Magliana di Roma. La curatela  della direttrice artistica Monica Melani si avvale anche del prezioso aiuto di parte della famiglia di Adamo Modesto: Antonella, Marco e Gianluca. La Mostra intende ricordare non solo la carriera dell’artista poliedrico che ha ridato vita, sublimandoli con maestria e creatività, alcuni materiali poveri, come la creta e il cartone da imballo (altrimenti destinato al macero), ma anche l’uomo dall’animo sensibile, che ha contribuito in più occasioni a far crescere il “progetto Mitreo” a Corviale e ha sempre manifestato grande  sensibilità per l’ambiente, adoprandosi anche per combattere il consumismo dilagante. E’ stato, infatti, uno dei collaboratori più attivi alla vita associativa del suo territorio; sempre attento a dare valore alle relazioni con semplicità e autenticità, e mettendo a disposizione, per lo sviluppo sociale e culturale di chi aveva meno opportunità, i suoi tanti talenti, guidato dal sogno di poter costruire nel tempo  una società più equa. 

Breve scheda biografica

Nato in Abruzzo nel 1936 e diplomato Maestro D’Arte nel 1957 presso l’Istituto d’Arte di Chieti, Adamo Modesto si è formato su insegnanti di notorietà internazionale come Cascella, Mondini, Leoncillo ed altri.
Inizialmente molto attivo nel campo della ceramica d’arte, dal 1986 è approdato alla Digital art. Su queste due diverse e successive fasi della sua operatività ha partecipato dal ’58 a un grande numero di collettive in Italia, nonché in Belgio, Brasile, Emirati Arabi, Olanda, Portogallo, Spagna, Ungheria. Ha tenuto personali in Italia e il suo lavoro è stato trasmesso, nel 2005, nel servizio televisivo di RAI EDUCATIONAL “Il sogno di Adamo”. Ha realizzato sculture in marmo per la Direzione Generale dell’INPS a Roma e pannelli in ceramica per il porto di Civitavecchia e per la base spaziale di Cape Canaveral, USA. Le sue “Cartostrutture” (sculture ottenute con l’impiego di cartoni riciclati) sono state presentate in catalogo nel 2006 da Mirella Bentivoglio e hanno ottenuto nel 2008 il primo premio al Concorso nazionale d’arte della città di Novara.
“La materia prima per la produzione di ceramiche è l’argilla, che nella mia città di Chieti trovavo in grande quantità, vicino casa, e gratis, sicuramente ha contribuitolo ad educarmi alla ricerca di nuove tecniche e sperimentare nuovi materiali di facile reperimento ed a basso costo. Siamo ora in un era di civiltà dei consumi: con molti materiali di scarto ad ogni angolo; e qui che cerco di trovare nuove idee per esprimermi artisticamente. Da principio incominciai a costruire opere inserendo insieme ai prodotti classici, materiali come sabbie, resine, fili di ferro, fili di lana (avanzi di lavori di mamma Antonietta) per arrivare recentemente a materiali più consoni alla scultura, i cartoni. Il cartone, oggetto di protezione, pertanto “scorta” a materiali più importanti, viene oggi abbandonato al suo destino non appena finito il turno di servizio..E qui intervengo io, recluto la “scorta” dopo averla selezionata, per dar loro una seconda vita più importante e duratura.   In quest’ottica si può capire come il cartone, maggiormente quello di recupero, è stato il nuovo punto di partenza per una nuova ricerca”. (DaI miei “CARTONI” di Adamo Modesto).
 
Le CARTOSTRUTTURE di Adamo Modesto di Mirella Bentivoglio (Note critiche)

Modesto con i cartoni compone rilievi, assemblaggi, scatole-sculture, libri-oggetto, paesaggi urbani o composizioni astratte; irradianti, a nido d’ape, o labirintiche, a segmenti. Del cartone conserva in genere il colore, così simile a quello dell’abbandonata ceramica, ma a volte lo ricopre, con vernice bianca o addirittura aurea, non tanto in omaggio al maxi orafo Pomodoro quanto forse per significare il miracolo di trasformazione di ogni opus alchemica.
Col cartone risolve anche problemi pratici. La fragilità, il peso, il costo dei trasporti.
E ne lascia bene in vista il gioco interno, quello delle pieghettature che imbottiscono le superfici. Perché il cartone da imballo è  “armato”, proprio come il cemento delle costruzioni, ma tautologicamente armato di cartone. E queste sfrangiature di ombre, che orlano i contorni delle sagome, evidenziando l’apertura dei tunnel dell’interna ondulazione, provano la veridicità di ciò che in tempi lontani mi disse Modesto: che Leoncillo aveva adottato la tecnica del sezionamento di opere di materiale argilloso non ancora cotte, perché influenzato dagli esperimenti condotti allora in questo senso dal suo allievo Modesto. Risale infatti a quegli anni l’assunzione di questo procedimento da parte del grande ceramista. 

La rivelazione del gioco di pieni e vuoti, la confessione di ciò che in genere rimane nascosto dall’epidermide, la visibilità delle interiora, il tutto grazie al taglio netto. Procurato ora da Modesto sui cartoni con lame, come allora sull’argilla con filo di ferro.
Ma prima di giungere ai cartoni, questo artista aveva sperimentato su molte materie, anche sul tradizionale marmo (si vedano i suoi pannelli per la Direzione dell’INPS, all’EUR) prima che il processo di, diremo, democratizzazione delle materie, di riabilitazione antiaccademica dei media quotidiani, lo allontanasse dalla pietra come dalla terra. In un certo senso, ciò che egli oggi usa ha sommato due tra i suoi primi alterni interessi: la carta di giornale e la terra. Perché ricordo, degli anni Sessanta, i sui collages di pagine stampate, la ragione appunto per cui lo avvicinai, in cerca come sempre ero di sperimentatori della scrittura, anche della scrittura trovata.
Non può quindi sorprendere che poi, dagli anni Ottanta, Modesto sia stato un pioniere della digital art. Creò cortocircuiti tra forme di architetture urbane e forme alfabetiche, e ritrovò nelle corrosioni dei muri che andava golosamente fotografando e poi digitando sul suo schermo, non solo i valori materici della perduta ceramica, ma curiose inconsce emersioni di anonime paleoscritture”.

 La mostra, che sara’ visitabile fino al 3 novembre, dal lunedi’ al venerdi’ dalle 15:30 alle 19:30, si inserisce all’interno del RAW – ROME ART WEEK - la settimana dell’arte di Roma. 

Vernissage venerdì 20 ottobre 2023 - ore 19:30 MITREO ARTE CONTEMPORANEA - Via Marino Mazzacurati 61/63 - 00148 Roma 


 

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