
Arte e cultura
Maria Teresa Mattogno
Il Vittoriale degli Italiani: la straordinaria dimora di Gabriele D’Annunzio
“Tutto qui è dunque una forma della mia mente, un aspetto della mia anima, una prova del mio fervore. Come la morte darà la mia salma all’Italia amata, così mi sia concesso preservare il meglio della mia vita in questa offerta all’Italia amata.” Così Gabriele D’Annunzio descrive il Vittoriale degli Italiani, noto anche come “Vittoriale”: un vero e proprio museo in cui sono contenute reliquie, ricordi, cimeli e tracce del suo vivere inimitabile.
Dopo aver soggiornato a Gardone Riviera ed essersi innamorato del panorama del lago di Garda, D’Annunzio decise di acquistare la proprietà su cui oggi sorge il Vittoriale e di farne un regno di memoria della propria vita eccezionale e del popolo italiano durante la Prima Guerra Mondiale. I lavori furono affidati all’architetto Giancarlo Maroni, amico del sommo poeta.
Il Vittoriale è un piccolo grande mondo a sé, perfettamente incastonato nel territorio lacustre. Ogni area, esterna o interna che sia, trasmette la particolarità e la fantasiosa persona di D’Annunzio, il quale qui raccolse quanti più cimeli possibili: sculture, medaglie al valore, reliquie, migliaia di libri, opere d’arte di ogni tipo. Insomma, una casa-museo all’ennesima potenza. Oltre a quello che mai si possa pensare di trovare, disseminato lungo il percorso dell’intero complesso: l’aereo SVA, la nave militare Puglia, il sottomarino MAS 96.
Molto significativa la scritta posta sul portone d’ingresso della villa: “Io ho quel che ho donato”. Cosa voleva esprimere il sommo poeta? D’Annunzio voleva dire, dunque, che noi siamo solamente ciò che diamo, esistiamo se riusciamo a donare, a concedere, a offrire, a regalare. Noi siamo il frutto del nostro lavoro, di ciò che riusciamo a creare. Noi siamo ciò che diamo agli altri.
Un luogo sospeso tra arte, cultuta, natura e bellezza.Ogni anno il Vittoriale richiama migliaia di appassionati di musica da tutto il mondo e propone concerti di artisti di fama internazionale quali in passato Lou Reed, Ben Harper, Burt Bacharach, Keith Jarret, James Taylor, Paolo Conte, Franco Battiato e tanti altri.
Il Vittoriale, infatti, comprende la casa del Poeta – chiamata Prioria – importante e preziosa testimonianza del suo vivere inimitabile e fuori dagli schemi. Al suo interno ci sono circa 33 mila volumi e oltre 10 mila oggetti, che spaziano tra stili diversissimi e spesso richiamano a simbolismi precisi. Ad ampliare l’effetto di sacralità ci pensa la scarsa illuminazione: D’Annunzio era diventato cieco dall’occhio destro e quindi visse gli ultimi anni con una forte fotofobia. Questo è il motivo per il quale nella casa si trovano tendaggi pesanti, luci soffuse, vetrate dipinte e colori tenui.
Il bagno è la parte che attira maggior curiosità ai visitatori: sono collocati oltre 600 oggetti i cui toni dominanti sono il blu e il verde. Per la ristrutturazione l’architetto Giancarlo Maroni si avvalse della consulenza di Gio Ponti. Sul soffitto si legge il motto, da Pindaro, Ottima è l’acqua, e alle pareti, oltre alle riproduzioni degli ignudi della cappella Sistina di Michelangelo, si trova a fianco della vasca da bagno una ricca collezione di piastrelle di ceramica da parete di produzione persiana, alcune delle quali risalenti anche ai secoli XVII e XVIII. Sul tavolo oggetti da toeletta di Buccellati in argento e pietre, vetri muranesi, collezioni di pugnali e spade.
Sono presenti, anche, parchi e giardini di grande significato storico-ambientale, la prua della Nave Puglia, incastonata nel colle mastio del parco (fu donata a D’Annunzio dalla Marina Militare nel 1923), il “Museo d’Annunzio eroe” in cui sono raccolti i cimeli legati all’esperienza militare di D’Annunzio e alle imprese eroiche che lo videro protagonista durante il primo conflitto mondiale. Inoltre il “Museo d’Annunzio segreto”, collocato nel sotto-teatro, fa scoprire la parte più privata del poeta: 150 oggetti, preziosi e di uso comune, rimasti finora inaccessibili agli occhi del pubblico.
Tra le varie fontane e cascate del parco, merita un accenno il Laghetto delle danze. A forma di violino (lo si nota soprattutto guardandolo dall’alto), questo laghetto veniva usato per piccoli concerti riservati a pochi ospiti, che venivano allietati dai suoni della musicista (nonchè ultima amante di D’Annunzio) Luisa Baccara ed il Quartetto “Veneziano” del Vittoriale.
Sulla sommità del Vittoriale si erge il mausoleo, imponente monumento funebre dove riposa d’Annunzio: la grandezza di una “vita inimitabile” che perdura anche oggi.
Maria Teresa Mattogno

Docente di lettere moderne, accompagnatrice e guida turistica si è subito avvicinata al mondo della comunicazione scrivendo con particolare interesse di soggiorni in montagna e in capitali europee. Amante della lettura e appassionata di viaggi, scrive di ciò che ogni Paese regala al visitatore specializzandosi in tematiche di turismo culturale, ambientale ed enogastronomico.
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