Eventi
Francesca Sirignani
Contrada della Giraffa: vita, tradizione e cuore
“Udite, udite stanche contrade, messaggeri d’amore e di guerra che correte nel nome della Vergine, in bocca ai leoni. Esultate, udite, bellissime contrade, piene di fate e balconi fioriti dell’amore e dell’ardita Toscana. Bevete il vino e acqua per incoraggiarvi e sperate che poi vi abbandoni per la gloria della vita”.
Con queste parole Alda Merini esaltava il significato di appartenenza ad una contrada per i suoi ideali, i suoi sentimenti, il suo spirito. Il Palio è, infatti, la sfida che si lanciano diciassette rioni indipendenti in nome dell'individualismo per l'onore e la gloria della propria contrada che può essere anche di piccole dimensioni ma che possiede un'anima grandissima. In questo evento unico, preparato, sofferto, sognato tutto l'anno, esplode l'amore dei senesi per la loro contrada ma soprattutto l'amore per la propria città.
Il Palio fa parte integrante della storia cittadina e del popolo senese nei molteplici aspetti in cui si è diversificato durante i secoli. É una competizione di origine medievale e le 17 contrade, come le conosciamo oggi, sono rimaste immutate dal 1729. É importante sapere che corrono solo dieci Contrade, la cui partecipazione è regolata da un sorteggio, che avviene almeno venti giorni prima di ogni Palio. Corrono di "diritto" le sette Contrade che non hanno corso il Palio dell'anno precedente nella stessa data; le altre tre vengono sorteggiate tra le dieci che invece vi avevano partecipato.
La corsa vera e propria consiste nel percorrere per tre volte il giro della Piazza del Campo, opportunamente sistemata e attrezzata allo scopo, montando a pelo (senza sella) il cavallo.
I sentimenti d'orgoglio e di emulazione hanno portato alcune contrade a volersi distinguere anche per nobiltà ed a fregiarsi con un titolo particolare. Così come la Giraffa che viene definita “Imperiale” per aver vinto il 1° Palio dell'Impero del 2 Luglio 1936, dedicato alle vittorie italiane in Africa Orientale (titolo conferitole da Vittorio Emanuele III).
“Altius caput maior gloria” (Più alta la testa più grande la gloria) è il motto della contrada della Giraffa. Con queste parole è come se si aprisse un'altra prospettiva: quella di alzare lo sguardo, di contemplare un cielo che sa ancora stupirci per la sua limpidezza, di sperare in una luce più grande e di assaporare la speranza.
Ogni Contrada ha, inoltre, la propria residenza civile, amministrativa, religiosa e ricreativa. Ciascuna sede è costituita da tre luoghi principali: il Museo, l'Oratorio (la chiesa) e la Società.
Nel museo della Giraffa, responsabile del quale è il Sig. Claudio Savini, sono conservati ed esposti cimeli, memorie e trofei. Oltre ai drappelleoni dei Palii vinti, ci sono anche i masgalani, antiche bandiere, arredi sacri, capolavori d'arte e singolari ricordi di ogni epoca. Vi sono conservate anche le aste e le bandiere, le scarpe, le parrucche, i costumi, i tamburi e quant'altro serve alla Contrada per le sue feste e le sue manifestazioni. Accanto agli ambienti museali, c'è la stalla per il cavallo.
“Ogni contradaiolo è orgoglioso della propria sede e del proprio museo. Essi sono costantemente oggetto di cura e di rinnovo periodico a seconda dei gusti e delle esigenze dei tempi. Il Palio per molti senesi rappresenta l'essenza della vita stessa e la fierezza della sua grande storia. Specialmente nei giorni del Palio, le bandiere marcano ovunque il territorio, il cuore della contrada, i suoi confini e le case dei contradaioli. Ogni vessillo segna l'identità del rione, delle famiglie, delle persone.” afferma Claudio Savini.
Quando non è presente una bandiera, basta un fazzoletto attorno al collo come distintivo per far sapere, anche a distanza, la propria fede contradaiola. Quella della giraffa è rappresentata dall’animale tenuto per una corda da un moro vestito alla turca, al naturale, il tutto sormontato da un nastro volante d'azzurro caricato del motto: UMBERTUS I DEDIT.
La chiesa di Contrada è detta oratorio è affidata ad un sacerdote, che avendo il titolo di correttore, prima del Palio, provvede alla benedizione del cavallo e del suo fantino. Accanto alle sedi sono aperte le società, dove i contradaioli amano riunirsi specialmente nelle lunghe sere d'inverno e quando non è tempo di Palio. Le moderne società di Contrada hanno lo scopo di rinsaldare i vincoli tra i contradaioli, promuovendo attività ricreative, culturali e sportive.
“Tradizioni e rievocazioni riescono a tenere viva Siena e a tramandare principi di vita sociale, di associazionismo che spesso nella quotidianità tendono a disperdersi. Far parte della nostra contrada significa evocare sentimenti di appartenenza, fierezza e anche di grande passione. Sin da piccoli ai bambini viene insegnato a suonare tamburi o a far volteggiare bandiere. Per questo è necessario difendere e tramandare alle generazioni future il concetto di contrada proprio come i valori della vita” dichiara Edoardo Giomi, Vicario della Contrada della Giraffa.
Siena non è solo il Palio che certamente rappresenta una delle manifestazioni più celebri d'Italia ma vanta un meraviglioso borgo medievale perfettamente conservato all’interno della rossa cinta muraria, dichiarato patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1995. Il Palazzo Pubblico con la Torre del Mangia, la splendida libreria Piccolomini affrescata dal Pinturicchio, da visitare in abbinamento al Duomo ma anche i piccoli gesti della quotidianità, lo stile di vita senese e la tradizione enogastronomica, consentono di vivere un’esperienza turistica immersiva e coinvolgente.
Non si può lasciare la città di Siena senza aver gustato la gastronomia tipica e aver scelto uno tra i tanti pregevoli oggetti dell’artigianato locale fatto a mano secondo una tradizione antica.Ogni oggetto è un pezzo unico: ferro battuto, ceramica, legno intagliato, tessuti a telaio, ricami e pitture eseguite con la stessa tecnica degli artisti del Trecento, testimoniano nel tempo l’esclusività della visita in questa splendida città.
Tra le squisitezze che si possono assaggiare, i pici fatti a mano e le bistecche di chianina, il vino locale e l’olio extra vergine d’oliva, sono solo un esempio insieme ai pecorini e ai profumati salumi, di quanto il gusto e la tradizione gastronomica siano, da sempre, parte di un patrimonio di saperi e sapori tramandato di famiglia in famiglia e conosciuto in tutto il mondo.
Per i più golosi il panforte, profumato di spezie e i ricciarelli raccontano la storia di una città antica, nobile e appassionata.
Cor Magis tibi Sena pandit (Siena più che la porta ti apre il suo cuore). Questa è la scritta sull'arco di Porta Camollia. Siena, infatti, è da sempre una città che accoglie. Stimolo, forse, la Via Francigena che, attraversando il suo impianto urbanistico, ha fatto trovare ai pellegrini del medioevo un pasto, un ricovero e delle cure.
Quando corre la propria contrada, chi non abita più la città, cerca di tornare non solo per non perdersi un'ipotetica vittoria ma perché è facile ritrovare nei rioni amici e conoscenti che la vita ha sradicato da Siena, talvolta dall'Italia.
Si ritorna, quindi, rispondendo a un richiamo del cuore come quel cuore rosso e bianco che batte, sempre orgoglioso, tra i contradaioli della Giraffa.
Francesca Sirignani
PER INFORMAZIONI:
CONTRADA DELLA GIRAFFA
www.contradadellagiraffa.com
Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. Collabora con diversi un periodici specializzati in viaggi e rivolti a chi è appassionato di turismo, cultura ed enogastronomia. Si è occupata anche della redazione dei magazine dell‘ Hotel Indigo St. George, un boutique hotel 5 stelle lusso di Roma. La passione che nutre per le culture, le tradizioni e i paesaggi di altri popoli l’ha sempre portata a viaggiare e a fotografare molti Paesi.
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