Arte e cultura
Sergio Ferroni
L' Accademia Nazionale di San Luca di Roma presenta "Entrare nell’opera" di Giovanni Anselmo.
Il prestigioso Premio venne istituito dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi con lettera dell’ottobre 1948 e da allora attribuito a personalità che si sono particolarmente distinte nei diversi campi della cultura, dell’arte, della musica e delle scienze. Alle tre Accademie Nazionali (Lincei, San Luca e Santa Cecilia) il compito della segnalazione, a cadenza annuale, dei nominativi. Per l’Accademia Nazionale di San Luca, le tre classi accademiche di Pittura, Scultura e Architettura designano a rotazione il premiato.
Per celebrare l’assegnazione del premio, l’Accademia Nazionale di San Luca ha invitato l’artista a disegnare un percorso espositivo appositamente pensato per gli spazi della propria sede, Palazzo Carpegna.
La vicenda artistica di Giovanni Anselmo ha seguito un tragitto lineare quanto particolare: grande protagonista dell’Arte Povera, Anselmo non ha mai frequentato specificatamente scuole d’arte. Alla fine degli anni Cinquanta inizia a lavorare come grafico in uno studio pubblicitario e, parallelamente, si esercita autonomamente nelle tecniche della pittura. Verso la metà degli anni Sessanta, abbandona le sperimentazioni pittoriche, per concentrarsi in quei primi lavori che mostrano linee di tensione, realizzate con tondini di ferro in stretta relazione con l’energia della forza di gravità e l’equilibrio, che si rivela se appena solo sfiorate. Da quel momento, costante nella sua opera è l’attenzione verso l’energia, la gravitas, la posizione spaziale, la parte per il tutto e l’esprimersi attraverso tensioni di spinte opposte. Concetto e contenuto reale si congiungono in un’unione non narrativa, tra finito e infinito, tra visibile e invisibile in una costante dimensione poetica dell’esperienza assolutamente non retorica e candidamente umana.
In mostra 27 opere appositamente selezionate dall’artista, tra le più significative dell’intera sua produzione. Opere per la maggior parte di grandi dimensioni, che spaziano dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, provenienti, oltre che dalla sua collezione personale, da importanti istituzioni, gallerie e raccolte private italiane, tra cui il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la GAM di Torino e il MART di Rovereto.
Numerosi e di varia natura i materiali utilizzati da Giovanni Anselmo per le sue opere: dal ferro e stoffa di Torsione (1968), alla spugna di mare e ferro di Respiro (1969), dalla fotografia stampata su tela di Entrare nell’opera (1971), alla pietra, cavo d’acciaio e pigmento di Verso Oltremare (1984), fino alla terra e ago magnetico di Mentre la terra si orienta (1967/2019) a testimonianza di una attenzione verso le qualità delle cose e verso la loro intrinseca particolarità ed energia che, incrociando altre energie, riverbera per divenire fatto poetico, orientato ad accogliere nell’arte il tutto.
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