Arte e cultura
Dal 25 ottobre la galleria ArtSharing Roma, ospita la bi-personale “Icaro. Molteplice dualismo” degli artisti Francesco Patanè e Michele Santini, a cura di Penelope Filacchione, esposizione inserita nel programma ufficiale dellaRAW 2023.
Sergio Ferroni

Icaro. Molteplice dualismo: la bi-personale di Francesco Patanè e Michele Santini

Due artisti emergenti, due tecniche, un tema, una galleria che diventa opera d’arte essa stessa. Il progetto RAW 2023 nasce da una sfida generazionale: la curatrice Penelope Filacchione ha chiesto a Francesco Patané e Michele Santini (akaEr Prosit) di cimentarsi con il tema di Icaro. Il mito narra infatti di un padre e di un figlio, del consiglio alla prudenza del più anziano e del desiderio di libertà del più giovane.  Ma il mito parla anche di arte: Dedalo – Δα?δαλος / δα?δαλος lavorato ad arte – è il padre delle competenze artistiche dell’umanità; Icaro - ε?κ?ν – significa immagine ed è, o dovrebbe essere, l’immagine di suo padre. Icaro è in realtà molto di più: è l’artista che si svincola dai limiti imposti dai più adulti, è l’impulso creativo che trasforma l’Uomo in Demiurgo. Gli antichi leggevano il mito di Dedalo e Icaro dando un posto preciso all’arte visiva all’interno della loro società, un posto predefinito e non sempre positivo che è molto ben spiegato nel mito della caverna di Platone. Uno strumento che, se non guidato dalla società, avrebbe potuto trasformarsiin inganno, oscurità, presunzione e morte dell’anima. In una progettazione durata quasi un anno, Francesco Patané e Michele Santini hanno riflettuto a lungo sul tema e, come si addice ai più giovani, hanno preso una strada diversa da quella segnata, individuando quattro caratteristiche che a loro avviso definiscono l’artista perso nel labirinto della sua psiche tra narcisismo, creatività, superbia e desiderio di esplorazione. Il risultato è stato diversissimo da quanto immaginato dalla curatrice, la morte non ha trovato più posto nel mito e tutta la mostra è una narrazione della riflessione dell’artista su sé stesso e sul suo rapporto verso l’esterno. Una mostra site-specific, che occupa tutto lo spazio disponibile e calpestabile della galleria, in un lavoro congiunto a quattro mani che si estrinseca in opere pittoriche a parete, sul pavimento e in sospensione aerea a rappresentare il cielo e il sole, e in sculture che mescolano anche i materiali utilizzati dai due artisti e che caratterizzano il loro “segno artistico” distintivo: l’asfalto su iuta di Patanè e la resina e silicone di Santini

 

In questa narrazione, il desiderio del sole verso il quale volare non è più un peccato esecrabile: è il naturale istinto che porta gli esseri umani ad alzarsi dal labirinto per raggiungere prima di tutto sé stessi, trovando un centro alla propria molteplicità.

L’intero spazio di ArtSharing Roma, animato da dipinti, sculture e installazioni, diventa così il luogo della rilettura del mito secondo la logica di chi ha ancora la voglia di sognare e la forza di volare.

 

All’interno della mostra, per la prima volta in Rome Art Week, un evento specifico per i più piccoli: “Progetto Icaro. Laboratorio per bambini che impareranno a volare”. Se nel mito classico Icaro perisce per disubbidienza e superbia, nella lettura moderna Icaro diventa il simbolo dei figli che hanno diritto di sperimentare: così lo lesse anche Matisse in una delle sue ultime opere a collage, dove le braccia di Icaro sono ormai le sue ali e il centro del suo corpo in controluce è il punto rosso del cuore. Una visione commovente per un artista ormai alla fine della carriera, impossibilitato nella salute, ma sempre bambino e sempre desideroso di volare. La mostra ha un allestimento immersivo distribuito su due livelli praticabili, dal pavimento al soffitto della galleria. Un labirinto interattivo, le rappresentazioni dei sentimenti ambivalenti che guidano Icaro-Artista, il Sole che lo attrae, il cielo come spazio libero. La narrazione del mito incanta i bambini, che dimostrano sempre una grande disponibilità verso l’arte contemporanea: così, data la struttura della mostra, è nata l’idea di creare un laboratorio per bambini all’interno della stessa, un piccolo esperimento giocoso. Il laboratorio sarà tenuto dalla curatrice stessa, Penelope Filacchione, che ha una grande esperienza di didattica dell’arte per l’infanzia fin dall’inizio della sua carriera. Gli artisti si mettono in gioco prestandosi a raccontare ai bambini sé stessi e il proprio lavoro, per creare un’occasione diversa di fruizione dedicata al pubblico di domani.

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