
Arte e cultura
Sergio Ferroni
Riapre Casa Balla. dal 22 settembre
Foto cover: Interno di Casa Balla. Patrizia, Vittorio e Alessandro Balla con Roberto Bilotti
Dopo la pausa estiva, il 22 settembre riapre le porte Casa Balla, “La preziosa testimonianza di questa casa d’artista, integralmente conservata, ha il merito di far comprendere fino nell’intimo la potenza creativa di uno dei protagonisti della principale avanguardia italiana del XX secolo" come dichiara il Ministro Sangiuliano.
Giacomo Balla (1871-1958) in trent'anni trasformò la sua abitazione di Via Oslavia in una vera e propria opera d’arte, un laboratorio di sperimentazione fatto di pareti dipinte, mobili, utensili decorati, di numerosi quadri e sculture, di abiti da lui disegnati e realizzati dalle figlie Luce e Elica e tanti oggetti che, insieme, hanno creato un unico e caleidoscopico progetto totale. La preziosa testimonianza è rimasta chiusa per trent'anni, fino al 2021, quando Roberto Bilotti, componente del Comitato Scientifico del Museo Bilotti all'Aranciera di Villa Borghese" nell'ambito della Soprintendenza Capitolina, specialista museale, con una consolidata esperienza di progettazione, realizzazione e creazione delle condizioni di gestione di vari musei pubblico-privato, da Roma a Palermo, si è fatto promotore della musealizzazione di Casa Balla avviando la collaborazione tra gli eredi Balla con Bartolomeo Pietromarchi direttore del MAXXI, che lo ha ringraziato pubblicamente all'inaugurazione di apertura. L'obiettivo raggiunto è la garanzia di apertura e fruizione pubblica della Casa attraverso la veicolazione di risorse economiche e umane dal Museo al quale è stata aggregata creando le condizioni per poterla restituire alla cultura. La costituzione di un ente di controllo e indirizzo ha funzione di vigilare sulla corretta gestione della Casa in linea con il pensiero di chi l'ha creata e vissuta, riconoscendone e valorizzandone la loro opera e vita.
Una serie di mostre tematiche al MAXXI riflettono le suggestioni di Casa Balla quale "opera d’arte totale", con l'obiettivo di far emergere la profonda attualità di pensiero del poliedrico Giacomo Balla maestro di Boccioni e del Futurismo. Il Governo è pronto ad investire per valorizzare le espressioni private. Il supporto organizzativo di musei pubblici verso esperienze private può significare garanzia di continuità verso il futuro.
Tutto è nato a novembre 2018 in occasione della mostra "Balla a Villa Borghese" al Museo Bilotti. Un'antologica sulla prima produzione pittorica dell’artista non ancora futurista rivolta allo studio della luce e del colore. Nel 1910 realizza il grande polittico "Villa Borghese", il tema della natura ai confini della città diventa per Balla materia da indagare, da scarnire fino all’astrazione. Si tratta di uno dei primi temi sperimentali affrontati, presentato in questa occasione attraverso trenta lavori riuniti organicamente a cura di Elena Gigli. Il palazzo di Via Oslavia è stato scenario del Futurismo. Al piano sotto i Balla abitava fin da bambino Maurizio Calvesi, qui si sono incrociati nella vocazione futurista: “Ho incontrato sin da bambino la grande arte e il Futurismo”, ricorda Maurizio Calvesi, “di cui sono stato uno dei primissimi riscopritori dopo la condanna subita dal movimento nel dopoguerra, bollato come fascista e quasi innominabile. Abitavo in Via Oslavia, nello stesso palazzo dove abitavano Giacomo Balla e la sua famiglia, e il ritratto che mi fece sua figlia Elica Balla venne ultimato dal grande artista”.
Su questa scia Augusta Monferini, direttrice negli anni '80 della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma ha reso possibili le donazioni di opere di Giacomo Balla da parte delle figlie Luce ed Elica tra il 1984-1988 con capolavori quali La pazza (1905), Affetti (1910); Compenetrazioni iridescenti (1912), le Dimostrazioni interventiste (1915), Fallimento (1902), Ritmi di un violinista (1912) Parco dei Daini, Un’onda di luce. Un grande impegno organizzativo congiunto e convergente verso la continuità, verso il "futuro".

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