Eventi
Palazzo Firenze - Edificio storico sito nel quartiere romano di Campo Marzio, dal 1926 è sede della Società Dante Alighieri.
Sergio Ferroni

“La Dante al Caffè Greco” – sedi e opere

Appartenuto nel XVI secolo alla famiglia di papa Giulio III del Monte, passato poi ai Medici, svolse la funzione di luogo di rappresentanza dell’ambasciatore fiorentino a Roma.Il palazzo è frutto di un progetto portato avanti in due fasi, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Cinquecento, da Bartolomeo Ammannati, che ne curò l’architettura e le decorazioni a stucco. Si sviluppa su tre piani attorno a un ampio cortile porticato su tre lati con una facciata interna frontale incentrata sul motivo della serliana. L’ala prospiciente l’ingresso comprende al pianoterra un ambiente affrescato, la cosiddetta Galleria del Primaticcio, affacciata sul giardino. Qui lavorò alla metà del XVI secolo il pittore bolognese Prospero Fontana, realizzando con alcuni aiuti un ciclo d’ispirazione mitologica celebrativo del ruolo della casata Ciocchi del Monte. Fontana coordinò anche la decorazione dell’adiacente saletta dei Continenti e delle sale del Granduca e delle Pieridi al piano superiore.

Il toscano Jacopo Zucchi, pittore prediletto dal cardinal Ferdinando de Medici, che risiedé nel palazzo tra il 1569 e il 1587, fu invece chiamato ad affrescare i due piccoli ambienti del secondo piano probabilmente riservati allo studio e alla meditazione, le salette degli Elementi e delle Stagioni, secondo un complesso programma iconografico volto a spiegare i fenomeni naturali attraverso figure e storie tratte dalla mitologia. Alla decorazione originaria di altre sale del palazzo sono state inoltre riportate alcune tele dedicate a Diana, ora agli Uffizi.Nell’Ottocento il complesso, divenuto di proprietà dello Stato, subì interventi di restauro che in parte ne modificarono l'assetto.  Oltre che della pregevole architettura, la Società Dante Alighieri dispone di una collezione di opere d’arte, di varia natura ed epoca, e di un fondo archivistico e documentario dichiarato di interesse nazionale. Palazzo Firenze, sede di eventi al pubblico e progetti per la lingua e la cultura italiane, è un luogo di aggregazione e coordinamento delle attività della rete internazionale della Dante, che si sviluppa in tutto il mondo grazie a circa 400 Comitati, oltre all’ottantina presenti in Italia, a 300 centri d’esame PLIDA, alla rete dei centri e delle scuole d’italiano della Dante e ai 90 Presidi letterari. 

Antico Caffè Greco - Secondo più antico caffè d’Italia,fondato nel 1760, protagonista della scena culturale capitolina, il Caffè Greco sito in via Condotti custodisceun patrimonio artistico dioltre trecento tra cimeli e opere d’arte - dipinti, disegni e sculture - alcuni donati e altri commissionati agli artisti che nel tempo frequentarono e furono legati a questo luogo. Le opere si trovano sistemate all’interno delle nove sale del caffè e mantengono nella maggior parte dei casi la loro collocazione originaria.

La sala Venezia, che segna l’ingresso al locale, riunisce paesaggi della città lagunare eseguiti nel 1880 dal pittore umbro, romano d’adozione, Vincenzo Giovannini (1817-1903), in sostituzione di una precedente serie di vedute di Ippolito Caffi. Una piccola statua in bronzo di Vincenzo Gemito, dal titolo L’acquaiolo (1881), testimonia la cultura artistica del grande scultore napoletano, a metà strada tra il realismo e le tendenze neo-rinascimentali tardo ottocenteschi. Le suggestive vedute di Giovannini ornano anche la sala Roma, dove le grandi tele alle pareti vennero allestite nel 1897, andando a comporre un ideale viaggio visivo attraverso i celebri monumenti antichi della città capitolina, osservati dal vero ma con larghe concessioni al “capriccio” e alla rielaborazione fantastica. Completano l’apparato decorativo dell’ambiente le statue in gesso di Luigi Amici (1817-1897), prevalentemente piccoli ritratti di abituali frequentatori del caffè, genere in cui eccelleva lo scultore. La sala delle Vedute romane prosegue il percorso avviato nella precedente, quanto a tema e autore delle opere, ancora Vincenzo Giovannini. Diverso è il formato delle tele, alto e stretto, e la maggiore attenzione prestata ai personaggi: pastori, agricoltori e viandanti animano lo scenario naturalistico con gusto pittoresco. L’Omnibus, luogo d’incontro prediletto da intellettuali, scrittori e artisti, è arricchita, oltre che da paesaggi, da numerosi medaglioni, stucchi, ritratti e fotografie d’epoca, a significativa testimonianza delle eccezionali vicende culturali che il Caffè Greco ha ospitato nella sua lunga storia. La decorazione della sala Galli ruota attorno all’autoritratto, esposto, del milanese Luigi Galli (1817 - 1900); anche qui non mancano vedute a firma di vari autori. La sala Rossa, corrispondente all’antica entrata al Greco su via delle Carrozze, custodisce opere dal tardo Settecento all’Ottocento: si va da un raro paesaggio del 1797 della pittrice e archeologa Marianna Dionigi, al Ritratto di anziano garibaldino di Gerolamo Induno, al grande fauno seduto di Luigi Amici, alla dantesca Barca della Vita, di Domenico Morelli, del 1859.

La sala Szoldaticz prende il nome da un altro autoritratto, datato 1923, diGiorgio Szoldaticz, pittore di discendenza ungherese. Questa e la successiva, la sala Gubinelli, così denominata in ricordo della storica famiglia proprietaria del caffè, sono ancora decorate da vedute, come quella della costiera amalfitana di Edmund Hottenroth e il Paesaggio eroico con cascata di Christian Reinhart, e da quadri di ritratti e figure, quali la Ciociara di Franz Ludwig Catel.

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