Cinema e teatro
Monologo teatrale interpretato da Masha Sirago
Deborah Bettega

“Ve lo racconto io Walter Chiari!” regia di Rocco Cesareo

“Ve lo racconto io Walter Chiari!”, monologo teatrale interpretato da Masha Sirago, è curato dalla regia di Rocco Cesareo, anche autore del testo insieme all’attrice. In scena Masha Sirago racconta aneddoti, conversazioni solitarie, momenti di vita vissuti insieme al grande divo della Dolce Vita: Walter Chiari (1924-1991), suo grande amico negli ultimi anni della sua vita.

Lo spettacolo si terrà il 16 Agosto 2022 alle ore 21.30 presso il Parco Comunale di Filettino (FR), in anteprima Nazionale con ingresso libero.

Masha Sirago in scena ricorderà il grande attore comico, uomo dalla timbrica vocale ineguagliabile, ma soprattutto dal fascino seduttivo (conquistò colei che fu definita “Il più bell’animale del mondo”, ovvero l’attrice Ava Gardner, oltre alle più belle donne dell’epoca, a cavallo tra gli anni 50 e 70). Tra un profluvio di ricordi, aneddoti ironici e poetici, Masha Sirago, rievocherà situazioni vissute, a volte anche paradossali, di quando era una giovane artista ventenne che Walter Chiari volle accanto a sé professionalmente, ma anche umanamente. Lui le scrisse: “E’ un biglietto qualsiasi. Ma può contenere, oltre a una frase – anche un racconto – una favola, una storia anche vera e profonda, o grande, ci stai anche tu se vuoi. Walter”.

Rocco Cesareo, come è nata l’idea dello spettacolo teatrale “Ve lo racconto io Walter Chiari!”?

L'idea dello spettacolo " Ve lo racconto io Walter Chiari!" è nata quasi per gioco, come capita spesso alle idee più importanti o a quelle che si rivelano strada facendo, poi per scoprire che sono le migliori.

Certo, superato il primo momento di euforia, l'idea di mettermi a confronto con un mostro sacro quale Chiari, pur con il conforto costante di Masha, mi ha fatto "tremare le vene dei polsi".

Regista e autore, quale lato di Walter Chiari metterete in evidenza?

Walter Chiari è stata e rimane un'icona, forse la più brillante, nel panorama cinematografico e televisivo non solo italiano. Mettere in evidenza alcuni aspetti piuttosto che altri di una carriera così lunga e variegata si è mostrata sin dall'inizio un'operazione quasi impossibile, condensare in pochi momenti di spettacolo, ore ed ore di teatro, cabaret, televisione, cinema che con il tempo si sono stratificati nel vissuto di milioni e milioni di italiani pareva un'impresa impossibile, arrogante ed estremamente pretenziosa.

Lei ha conosciuto personalmente Walter Chiari?

Ciò che mi ha dato la forza di accettare questa sfida, per uno che non aveva mai conosciuto questo artista personalmente, è stata proprio Masha Sirago. Nelle lunghe ore passate ad ascoltare come era realmente la vita di un "divo", ossia non quella dei rotocalchi, di lui che insegue i famosi paparazzi e non disdegna litigare apertamente per avere un po’ di libertà, ma quella dell'uomo Chiari con le sue debolezze, la sua sensibilità, l'incredibile generosità verso compagni di strada meno fortunati di lui. Poco alla volta mi si è aperta come una voragine, una sete di sapere, di conoscere, non solo lui ma quel mondo, quello della "dolce vita" che ci ha reso celebri nel mondo come mai prima di allora e mai più nel futuro.

Walter Chiari è stato senza dubbio un grande divo della Dolce Vita, secondo lei che cosa è rimasto oggi del divismo degli anni Cinquanta?

Lo straordinario periodo dove il divismo era quasi per così dire "di casa " è ormai tramontato e non potrà più essere riesumato. Cancellato da ore, quintali di pseudo-televisione, dove saltimbanchi di dubbia professionalità per il loro quarto d'ora di popolarità sono disposti a tutto, e non mi riferisco alla semplice mercificazione del proprio corpo, mi riferisco a qualcosa di ben più grave ed irrecuperabile: l'anima! Dov'è finita la cultura, lo stile, quelle che le nostre nonne chiamavano " le buone maniere", a fronte di un barnum incontrollabile ed incontrollato?

I suoi inizi come aiuto regista di Strehler, e altri... che cosa le hanno lasciato come insegnamento?

Ho avuto la fortuna di avere molti anni fa un maestro come Giorgio Strehler e di lavorare con mostri sacri quali Tino Carraro, Luigi Santuccio, Valentina Cortese, nomi che purtroppo oggigiorno rischiano di non dire più nulla. Ma la lezione imparata allora della "sacralità" del mestiere non l'ho più dimenticata. E come dimenticare il grande Eduardo che dirigeva i suoi attori con un filo di voce? All’inizio di un nuovo spettacolo Eduardo interpretava tutte le parti: uomini, donne, fanciulli, innamorati, etc. e con minimi e quasi impercettibili cambiamenti di voce passava da un personaggio all'altro mentre regnava un silenzio sacrale. Che ricordi indimenticabili!

Regista del film “Gli Angeli di Borsellino”, che ricordi ha di quel film?

Nel film "Gli angeli di Borsellino" ebbi la fortuna di lavorare con attori come Toni Garrani, Sebastiano Lo Monaco, ed è anche avvenuto l'incontro con Masha Sirago alla quale affidai il ruolo importante della moglie del caposcorta del giudice Paolo Borsellino. La tragedia di via D'Amelio era avvenuta già da qualche anno, ma nel paese si respirava ancora un'aria pesante, in qualche modo di sconfitta. Lo stesso set ne era consapevole ed è stato forse il set dove ho lavorato con maggiore attenzione, nel rispetto ovviamente non solo del grande magistrato ma anche della scorta che ha condiviso sino in fondo i suoi ultimi momenti di vita.

La scomparsa recente di sua moglie Silvana, la pandemia, ed ora un nuovo inizio, ricominciando con la scrittura a quattro mani con l'interprete Masha Sirago e la sua regia. Che cosa sente di dirci al riguardo?

Mia moglie Silvana è stata la costumista di tutti i miei film e regie teatrali ed anche la mia confidente, un’assistente a 360°. Silvana mi ha lasciato quasi 2 anni fa dopo una lunga malattia. Da quando lei non c’è più, sono passati quasi 5 anni, 5 anni di dolore, sofferenza e quasi ogni giorno spuntava il pensiero di mollare tutto, del resto prima o poi la parola fine arriva per tutti. Ho rifiutato molte proposte di lavoro, mi sembrava indecente rispetto a ciò che mi era capitato. E poi come diceva, giusto per rimanere in tema, la grande Audrey Hepburn "Io credo che domani sarà un altro giorno, ed io credo nei miracoli" ho rincontrato Masha Sirago con la quale, a causa del mio lutto e il mio stare lontano da tutti, non mi sentivo da anni. A lei, al suo ottimismo, alla sua forza dinamica, alla sua ferrea volontà, credo di dovere tutto. Intanto nell'avere scelto me cui confidare episodi sconosciuti su Walter Chiari.

Ora il vaso di Pandora si è finalmente rotto, progetti, idee sepolti ormai da tempo stanno ritornando a vivere e come spesso accade anche la mia vita si è aperta, il cellulare ha ripreso a squillare, gli amici che mi davano ormai per perso, hanno ripreso ad invitarmi alle loro première, agli incontri sul cinema, insomma ho ripreso a partecipare alla vita culturale del Paese.

Tutto questo lo devo a Masha e al suo " Ve lo racconto io Walter Chiari!", che ovviamente non vuole fermarsi alle repliche estive. Vogliamo far rivivere il genio di Walter Chiari in tutta Italia. I teatri sono avvisati.

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