Musica
Con il salernitano Giuseppe Gibboni, il Premio Paganini Torna in Italia. Si è appena conclusa della 56ª edizione del prestigioso concorso di violino, che si è svolto con la direzione artistica di Giuseppe Acquaviva.
Sergio Ferroni

Premio Paganini: dopo 24 anni vince un italiano

A dichiarare Giuseppe Gibboni vincitore, la giuria, presieduta da Sergej Krylov e composta da Pietro Borgonovo, Pierangelo Conte, Francesca Dego, Stephanie Gonley, Pavel Korgan, Aiman Mussakhajayeva, Cristoph Poppen, e Pavel Vernikov.

«È una grande emozione proclamare il vincitore del Premio Paganini, proprio nel giorno in cui abbiamo inaugurato la statua del grande violinista genovese, collocata davanti al Teatro Carlo Felice – ha commentato l’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso – A Giuseppe Gibboni, che si è aggiudicato il Premio Paganini, vanno le mie vivissime congratulazioni.  Da 24 anni non vinceva un italiano, l’ultimo è stato Giovanni Angeleri nel 1997. A Giuseppe, agli altri finalisti e a tutti i giovani violinisti e violiniste che hanno partecipato a questo prestigioso Concorso, auguro una carriera brillante e ricca di soddisfazioni: lo studio del violino ai massimi livelli richiede dedizione e sacrificio, oltre a un notevole talento e a un grande amore per la musica, per tutto questo voglio ringraziare questi giovani, bravissimi musicisti».

Si è classificato al secondo posto Nurie Chung (Corea del Sud), in terza posizione, ex aequo, abbiamo Ava Bahari (Svezia), Lara Boschkor (Germania). 

Come in ogni edizione, sono stati assegnati anche i seguenti premi speciali:  Premio alla memoria di Stefano Fiorilla, offerto dalla moglie Giovanna Barone Fiorilla al concorrente finalista per la migliore esecuzione del Concerto di Paganini: Giuseppe Gibboni.

Premio alla memoria del maestro Ruminelli, offerto dall’omonima associazione culturale al concorrente che ha ottenuto nella finale il maggior riconoscimento da parte del pubblico: Giuseppe Gibboni.

Premio alla memoria di Enrico Costa, offerto dalla famiglia Costa al concorrente finalista più giovane ammesso in finale: Nurie Chung.

Premio Associazione Amici di Paganini al concorrente semifinalista per la migliore esecuzione del brano contemporaneo, commissionato a Carlo Boccadoro, nella prova semifinale: Nurie Chung.

Premio alla Memoria di Renato e Mariangiola De Barbieri offerto dall’omonima associazione al concorrente semifinalista per la migliore interpretazione dei Capricci di Paganini: Giuseppe Gibboni

 La storia del Premio Paganini

Fu il critico musicale Carlo Marcello Rietmann nel 1940 (nel primo centenario della morte di Paganini) a lanciare l’idea di un Premio a lui intitolato. Scoppiò la guerra e non se ne fece nulla. Ma nel 1952 il sindaco Vittorio Pertusio e l’assessore alla cultura Lazzaro Maria De’ Bernardis, nell’istituire in modo permanente le feste colombiane di ottobre, diedero vita a tre Premi, uno dei quali, appunto, fu il concorso dedicato a Paganini e affidato alla direzione artistica del più autorevole compositore genovese del Novecento, Luigi Cortese.  Nel 1954 la prima edizione fu a dir poco rapida. Si presentarono due soli violinisti e non venne assegnato alcun premio. A partire dall'anno successivo, però, i concorrenti aumentarono, nel '56 per la prima volta fu assegnato il massimo riconoscimento e da allora, gradualmente, il concorso acquisì un sempre maggior prestigio a livello internazionale. Proprio nel 1956 a Genova, in una serie di incontri preliminari furono gettate le basi per la costituzione, l'anno successivo, a Ginevra, della Federazione dei Concorsi Internazionali di Musica di cui il «Paganini» fu socio fondatore.  La dimensione spettacolare del Premio fu affinata nel corso degli anni. In un primo tempo le eliminatorie si svolgevano a porte chiuse, successivamente tutte le esecuzioni furono pubbliche per dar modo agli appassionati di seguire ogni fase della competizione.

Mantenuta fino al 2002 la cadenza annuale, il concorso divenne poi per pochi anni biennale per trasformarsi nelle ultime edizioni in triennale.  La severità delle giurie e l’articolazione delle prove, tese ad approfondire tanto gli aspetti tecnici di un’esecuzione quanto il gusto interpretativo, hanno garantito nel tempo l’alto livello qualitativo della manifestazione.  Non a caso il primo premio per ben sedici volte non è stato assegnato e i violinisti laureati hanno tutti percorso carriere di assoluto prestigio internazionale, ricordiamo: Salvatore Accardo (1958), Grigory Zhislin (1967), Ghidon Kremer (1969), Leonidas Kavakos (1988), Natalia Prichepenko (1990), Massimo Quarta (1991), Isabelle Faust (1993), Bin Huang (1994), Giovanni Angeleri (1997), Sayaka Shoji (1999), Mengla Huang (2002), In Mo Yang (2015), Kevin Zhu (2018).

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