Musica
Nuovo appuntamento all’interno di Namuda Fest, kermesse che celebra la natura, la musica e la danza, in un evento unico che si rinnova ad ogni suo appuntamento con la Direzione Artistica di Alessandro Longobardi e Rashmi Bhatt.
Sergio Ferroni

Adio Kerida, canti e racconti della Spagna Ebraica, in canto Sefardita, concerto di Miriam Meghnagi

Il suggestivo parco (con ingresso in via delle Terme di Traiano, 4) è la location che fa da sfondo dalle ore 18 alla sessione di yoga con l’insegnante Nemir Adjina. Segue, alle ore 20, il concerto di Miriam Meghnagi, compositrice e interprete della tradizione musicale ebraica, accompagnata al sassofono e clarinetto da Gabriele Coene al pianoforte e tastiere da Alessandro Gwis. In programma dalle ore 20 anche la conferenza del Prof. Senior di psicologia clinica presso l’Università Roma Tre, David Meghnagi, inerente il Mondo Sefardita, "L'Ebraismo sefardita: la memoria dell'Esilio nella musica e nel canto", in cui si racconta il libro “Libia Ebraica Memoria e identità” (Editore Salomone Belforte).

La serata, intitolata Adio Kerida,è un viaggio onirico nella cultura ebraica, include letture di poesia e canti privilegiando il mondo sefardita, prima e dopo l'Editto della Regina Isabella che imponeva agli Ebrei l'esilio o la conversione. E nell'esilio gli ebrei hanno conservato la memoria della lingua, del canto e delle feste.

Si ripercorre il cammino attraverso il Nord Africa e le culture musicali del Mediterraneo, culla di grandi civiltà e religioni, con uno sguardo all'Europa, ricordando il cammino degli ebrei nella Storia e nel dialogo, in vari stili e varie lingue (Ebraico, Aramaico, Arabo, Ladino, Bajitto - la lingua degli Ebrei di Livorno - Italiano e...Yidish - la lingua degli ebrei dell'Europa centrale e orientale).
Dal Nord Africa alla Spagna e poi, dall’Italia, ai Balcani, Turchia e Yemen. Adio Kerida unisce e distingue e nelle differenze ricorda le affinità e il dialogo.

I ponti su cui si incontrano i popoli sono fragili, Adio Kerida sono le parole e i canti che attraversano mari e muri, che salutano le partenze e gli approdi, che raccontano esodi e incontri, che nelle differenze ricordano le similitudini e sono essi stessi proposta di incontro e di pace.
Molte delle canzoni originali di Miriam Meghnagi si allineano nella catena della tradizione orale. Il concerto è un working progress e si avvantaggia della collaborazione di musicisti di differente background ad ogni stazione.  Spiega il Direttore Longobardi in merito a Namuda Fest: «Le arti come la musica, la danza, il teatro e tutte le attività culturali generano quell’energia che ci rende felici che ci libera dalle nostre ansie, concorrendo ad arricchire il nostro essere. Queste brevi riflessioni hanno promosso una curiosa ricerca di un qualcosa che potesse evocare un tempo primordiale, coniugando l’arte e la natura. Una radice da cui germogliano frutti di saggezza.

Abbiamo coniato una nuova parola: “Namuda” il cui suono, ripetendola, può avvicinarsi a questa ricerca. Natura, musica, danza. Il corpo e le sonorità che si fanno linguaggio, prima della parola; sono una base del dialogo tra culture diverse.

Il nostro mantra potrebbe essere: ascolta il respiro del mondo. Per disintossicarsi dai tanti contenuti spazzatura, dove ognuno si sente in dovere di dire qualcosa rincorrendo un consenso spesso futile. Namuda è un immaginario per ricercare benessere psicofisico. Un invito ad ascoltare per evitare di essere vittime di un sistema che manipola abilmente la platea degli ingenui. Ascoltare il respiro del mondo è anche un invito a meditare».

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