Economia e finanza
La crisi del mercato causata dalla pandemia è stata senza precedenti. E senza 600 milioni di incentivi sarebbe andata anche peggio.
Sergio Ferroni

Auto, dieci miliardi di euro persi nel 2020. Le ibride plug-in sorpassano le elettriche.

In foto di apertura PierLuigi del Viscovo

 

Nell’anno del Covid gli italiani hanno speso 29,7 miliardi per acquistare o noleggiare nuove automobili, secondo le prime stime del Centro Studi Fleet&Mobility. Un quarto, dieci miliardi, meno del 2019.

Questo valore è stato raggiunto grazie ai 612 milioni di incentivi statali, che si aggiungono alla cifra. Tali contributi hanno gonfiato il mercato, attirando clienti che magari avrebbero acquistato in un secondo momento, dunque anticipando in parte vendite future. Una parte dei fondi, tuttavia, sono stati utilizzati da clienti che avrebbero comprato comunque e che presumibilmente ringraziano. Ogni promozione di stimolo delle vendite, in tutti i mercati del mondo, mette in conto che una parte è inutile e un’altra pesca dalle vendite future. Ma quest’anno il livello del mercato auto e dell’economia in generale erano talmente depressi da giustificare ampiamente il ricorso allo stimolo. Senza lo stimolo sarebbe andata molto peggio.

 

L’altro effetto è stato di alterare il mix delle auto, favorendo quelle a basse e bassissime emissioni di CO2. Era voluto già da prima della pandemia, in ossequio all’esigenza dell’industria di limitare le multe europee, a loro volta imposte dalla politica, che dunque si conferma inizio e fine delle dinamiche di mercato, con la contraddizione insita nell’espressione. Per le vetture elettriche, che camminano solo a batteria, quando è carica, sono stati spesi 943 milioni, pari al 3% del totale, a cui lo Stato ha aggiunto più di 90 milioni di incentivi. Le ibride con la spina, che a batteria scarica camminano lo stesso grazie al motore termico e al serbatoio del carburante, e che si pensava fossero le succedanee delle elettriche, si sono rivelate le loro principali antagoniste, con un valore delle vendite pari a 1.121 milioni, a cui lo Stato ha aggiunto oltre 50 milioni di incentivi, per una quota intorno al 4%. È probabile che quest’anno allungheranno il passo, visto che sono il compromesso tra l’esigenza dei costruttori di limitare le multe e quei clienti che di fermarsi a ricaricare non ne vogliono sapere.

 

Le ibride senza spina hanno fatto la parte del leone, sfiorando i 4,9 miliardi, più circa 350 milioni di incentivi, arrivando al 16% del valore complessivo. Chi sono i clienti che sono rimasti fuori dal mercato per un valore di dieci miliardi di euro? Il noleggio a breve e le auto-immatricolazioni hanno immatricolato la metà, mentre le società e il noleggio a lungo termine hanno acquistato 3/4 di quanto preso lo scorso anno. Anche quando non messi al tappeto direttamente dal lock-down, sono soggetti che agiscono con prudenza e spesso non basta un incentivo a farli entrare nel mercato. A differenza dei privati che, se non toccati nel reddito, hanno pure accumulato risparmi e pertanto hanno approfittato di più degli incentivi. Quando noleggio e società torneranno appieno a comprare, anche il mix delle alimentazioni potrebbe essere diverso

Pier Luigi del Viscovo per Il Sole 24 Ore

 

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