Arte e cultura
La mostra fa parte di un ciclo di doppie personali che, a partire da febbraio, riempiranno ritmicamente gli spazi dell’ex cartiera di Roma.
Sergio Ferroni

L’artist-run space di Roma SPAZIOMENSA inaugura la sua programmazione del 2021 con la mostra bipersonale degli artisti Alessandro Giannì e Lulù Nuti

Ciascun artista di SPAZIOMENSA – Sebastiano Bottaro, Dario Carratta, Marco Eusepi, Alessandro Giannì e Andrea Polichetti – inviterà un artista esterno a relazionarsi con la propria ricerca artistica e con lo spazio. L’interazione tra artisti appartenenti al medesimo contesto persegue l’intento di indagare un ecosistema culturale come luogo di processi creativi in fermento, aprendo uno spazio di contaminazione tra le ricerche. Ogni coppia di artisti, in collaborazione con la Litografia Bulla, realizzerà un’opera che sarà esposta in occasione della mostra. Il titolo scelto da Giannì e Nuti per la loro bipersonale è il simbolo digitale della pausa, “II”, indice del fatto che gli artisti hanno costruito la mostra attraverso un processo più simile ad un rapporto dialettico che a un dialogo vero e proprio, trovando nella pausa, nel silenzio e nella sospensione la sintesi dei loro lavori. Le opere esposte sono pensate per tessere un percorso espositivo che mette in scena quel vago e ovattato diaframma che contempla una visione posteriore al mondo che va oltre l’antropocene e si interroga sul ruolo futuro dell’immagine. Le pitture e le sculture di Giannì, in cui figure liquefatte si confondono in un’atmosfera incandescente, così come le installazioni scultoree di pianeti e del mondo implose in forme fossili di Nuti sono tutti lavori che rimandano ad una dimensione escatologica, ad “un luogo – come scrive Giuliana Benassi nel testo critico di accompagnamento alla mostra – dove il Sole non tramonta più, perché è morto, e così la Terra, e così il Sistema Solare. Restano i calchi di antiche aggregazioni di materia, figure infuocate di un’epoca indefinita, rovine di un futuro lontano. Le opere in mostra sembrano narrare quell’intermezzo in cui è dato all’uomo di perdere tutto, o quasi: tutto meno che l’essenziale”.

Inoltre, in occasione della bipersonale, una selezione di opere dei due artisti e il multiplo realizzato con la Litografia Bulla per SPAZIOMENSA saranno esposti all’interno di Spazio Taverna, che, dopo quattro mesi di attività, a seguito del primo Check Point incentrato sugli artist-run spaces di Roma, inaugura il progetto Finestra Taverna.

Infine, in questa occasione saranno inaugurati due nuovi format di SPAZIOMENSA: da un lato Magnete, progetto dedicato all'editoria e curato da Gaia Bobò, che per la sua prima uscita ospiterà Nodes, rivista dedicata al rapporto tra arte e neuroscienze del gruppo di ricerca Numero Cromatico, e dall'altro Tuorlo, una serie di mostre di breve durata, che nella sua prima edizione ospiterà l'artista Valerio Di Fiore (Milano,1981).

Alessandro Giannì (Roma,1989) Nel suo lavoro raccoglie frammenti estetici dalla rete con l'intento di dare loro una nuova esistenza. Nelle sue opere la pratica analogica della pittura si fonde con l'uso dei nuovi media, con Internet e la cultura digitale indagando le connessioni tra l'universo digitale, gli universi paralleli e il mondo onirico e introspettivo degli esseri umani. Nella sua ricerca sono presenti diverse tipologie di lavori, sia di natura tradizionale (la pittura, il disegno e la scultura), sia di natura tecnologica (l'Intelligenza artificiale, la VR, il video, l’animazione, la stampa 3D). Ha esposto in diverse istituzioni in Italia e all’estero, tra cui l’American University Katzen Arts Center (Washington DC); la residenza dell’ambasciatore italiano negli USA “Villa Firenze” (Washington DC); il museo MAXXI (Roma); il museo MACRO (Roma); la Casa delle armi (Roma); l’Istituto Svizzero di Roma; l’Istituto Svizzero di Milano; Kühlhaus Berlin (Berlino); il Museo d’Inverno (Siena); i Giardini del Casinò di Venezia. Ha preso parte come art director al progetto EGH di Enrico Ghezzi ed Emiliano Montanari all’interno della 73a Biennale d’Arte Cinematografica di Venezia. Tra le mostre recenti: RE-NEW, Postmasters Gallery (New York - Roma, 2019); Azimut Libera Impresa Expo (Milano-Rho Fiera, 2019); Messinscèna, Numero cromatico (Roma, 2019); Questa razza di diavoli non conosce regole!, Maker Faire – The European Edition (2019); L’apocalisse dell’ora, AlbumArte (Roma, 2019), Shh, it’s a secret, Postmasters Gallery (New York- Roma, 2020); Spaziomensa-group show, Spaziomensa (Roma, 2020).

Lulù Nuti (Levallois-Perret, Parigi, 1988) vive e lavora tra Roma e Parigi. Nella sua ricerca Lulù Nuti interpreta i sentimenti di responsabilità e di impotenza che la nostra epoca provoca sull'essere umano, sulla percezione della realtà, sulla trasformazione delle abitudini e sul rapporto con la natura. Credendo fortemente nell’intelligenza della materia, capace di veicolare informazioni che vanno oltre il limite del linguaggio, nelle sue opere sperimenta vari materiali di costruzione accostandoli spesso a elementi naturali, concependo masse scultoree e installative in dialogo con lo spazio. Il lavoro di Nuti si contraddistingue per la convivenza di una sottile dualità tra presenza e cancellazione, rottura e solidità, resistenza e fragilità, in una altalenante ricerca di equilibrio e tensione, lasciando trapelare un immaginario che interpreta i conflitti dell'essere umano sia in senso escatologico che come frutto di un'analisi contemporanea legata al qui e ora. Dopo essersi diplomata all’École Nationale Supérieure des Beaux Arts de Paris nel 2012, Lulù Nuti ha esposto in Italia e all’estero in istituzioni pubbliche e private, tra cui la Biwako Biennale (Fairy Tale, Giappone, 2012); la Cité Internationale des Arts (Biennale du dessin, Parigi, 2014); La Panacée (MFW, MO.CO. Montpellier, 2018); l’Istituto Italiano di Cultura a New Delhi (Living in the Chtulucene, India, 2019); Il Museo CAMUSAC (Rilevamenti 2, Cassino, 2020); e in gallerie private, tra cui la Galleria Alessandra Bonomo (Part 1, Roma, 2017); la Galleria Franco Noero (The Milky Way 5, Torino, 2020); la Galerie Italienne (La Musée, Parigi, 2020); e Studio La Città (La Musée 2, Verona, 2020). Tra le sue mostre personali si segnalano: la mostra site-specific Sistema nel sito archelogico delle Case Romane del Celio (Roma, 2015) e Calcare il Mondo alla Galerie Chloé Salgado (Parigi, 2018). Nel 2018 ha fondato con Pamela Pintus il duo LU.PA, identità artistica che opera soprattutto attraverso azioni performative e opere site-specific.

 

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