Arte e cultura
L'autrice, programmista-regista Rai e giornalista, durante la presentazione della sua opera, ha confessato ai convenuti d'aver a lungo meditato prima d'impegnarsi ad un progetto così impegnativo come la creazione di un libro.
Sergio Ferroni

Simona Colantoni Gentili presenta la sua prima opera letteraria “L'osteria del lupo bianco”

Una maturazione lenta e progressiva, che ha dato un valore aggiunto a questa sua prima Opera letteraria, riguardante gli aneddoti e gli eventi più curiosi che hanno interessato la sua famiglia titolare di una attività di ristorazione, l'Osteria del Lupo bianco,situata sulla via Casilina, periferia di Roma, in un arco di tempo che va dai primi decenni del '900 a fine secolo.

Una storia raccontata in prima persona, prima attraverso gli occhi di una bambina, Rebecca, ingenui, aperti alle meraviglie del mondo ed avidi di conoscenza, poi con la progressiva

consapevolezza dovuta all'età che, avanzando, cambia il suo rapporto con la realtà e analizza, distingue, riflette, critica senza mai perdere però l'approccio emozionale di partenza, quello sguardo favoloso ed insieme sorridente che tutto avvolge ed unisce.Rebecca s'addentra così nella miriade di storie che appartengono ad una numerosissima famiglia, originatasi dalla bisnonna Lina, orgogliosa madre di ben 17 bambini, un numero decisamente abnorme anche per le casistiche dell'epoca. Storie che s'intrecciano, s'accavallano, impregnano le pareti di quel locale, muto testimone degli eventi del nostro paese in generale e di Roma in particolare. Persone e locale che trasudano letteralmente umanità, tanto da restare nel cuore dei protagonisti di uno dei momenti più bui della nostra Italia e conquistare l'una (i tedeschi) e l'altra parte (gli americani) che, a distanza di anni, non hanno potuto far a meno di ritornarvi.. Colpiscono le storie della "Dolce vita" e della sua stagione avvertibile pur nella lontana periferia, improvvisamente coinvolta quando, a sorpresa, miti del cinema come Richard Burton e Liz Taylor, in cerca di un po' di tregua dalle luci e la folla di via Veneto o, chissà, magari per respirare l'aria della periferia, immortalata dai capolavori del neorealismo,vi trovano un'accogliente oasi di tranquillità ed i genuini sapori della cucina romana.. Un libro al quale, una ben dosata componente di fantasia, dona l'atmosfera di una fiaba, ma che alla fine trova il suo aggancio con la realtà quando la ragazzina si ritrova, adulta, impegnata imprenditrice dell'osteria, costruita con tanto amore dai nonni e migliorata negli anni dai suoi genitori. Ecco allora che questo racconto, scanzonato e pacato allo stesso tempo, pregno di quei sapori e profumi caserecci che accompagnano ogni aneddoto narrato, i pettegolezzi che animano il quartiere, gli accadimenti storici cruciali vira, al contrario delle fiabe, verso una fine non lieta..

IL locale, passato indenne persino alla tragedia della guerra, non regge alle dure prove  economiche dell'oggi e chiude mestamente i battenti. Anche l'ultima pagina scorre via, lasciandoci il sapore dolce ed amaro della nostalgia e la sensazione d'aver perduto, per sempre, qualcosa d'irripetibile. 

La presentazione del libro sarà replicata il 4 ottobre alla " Fiera Editoriale Insieme " presso l'Auditorium Parco della Musica.

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