
Enogastronomia
Francesca Sirignani
Da Nakai: un cuore giapponese con battiti italiani
“L'arte di cenare bene non è cosa da poco, il piacere di farlo non è un piacere da poco”. Con queste parole, Michel De Montaigne evidenzia l’ebbrezza del gusto quando il cibo diventa piacere, l’espressione di un bisogno naturale coltivato dagli esseri umani al punto da trasformarlo in un’esperienza culturale ricca e complessa, carica di significati.
Questa complessità di pensiero si concretizza e si riscontra nella cucina dello Chef Koji Nakai, nel suo omonimo ristorante di Roma, poco distante dalla Basilica di San Pietro, dove un pasto costituisce un’esperienza conviviale e sensoriale di altissima qualità. L'unione della cucina giapponese e della cucina italiana è un connubio di gusto e poesia per la vista, il gusto e l’olfatto. Da Nakai si trova, infatti, il meglio delle due culture culinarie in una chiave innovativa. In particolare, tutto è pronto per festeggiare il nuovo anno seguendo un rituale antico e di grande fascino. Verranno servite alcune delle pietanze in 7 scatole di legno laccato nero di varia grandezza, impilate una sull’altra, vere magic box orientali nelle quali scoprire di volta in volta sorprese e sapori.
Qual è l’origine di questa tradizione antichissima?
Le donne giapponesi arrivavano a fine dicembre spossate dalla stanchezza e per riservarsi scampoli di riposo, i primi giorni dell’anno iniziarono a prevedere, già dalla notte del 31 dicembre , 7 portate, cucinate e pronte da consumare in famiglia durante la settimana successiva. Conservate in bellissime scatole in lacca nera, le cosiddette oju.
7 portate, 7 pietanze, 7 ingredienti beneauguranti. Ognuno per i primissimi 7 giorni dell’anno, i più importanti per un inizio fecondo e ricco di soddisfazioni. Perché nel paese del Sol Levante i primi momenti dopo il 31 notte sono da celebrare con grande cura.
Nulla era riservato però al caso: perché ogni piatto doveva contenere un ingrediente propiziatorio, buon viatico per i 365 giorni a venire. A riproporre il suggestivo rituale da Nakai, ideato insieme ai soci Luca Salari e Cristina Longobucco, ci penserà proprio lo chef giapponese che la sera del 31 dicembre, provvederà a inserire in ogni piatto un ingrediente kou un, portafortuna. Infatti, nella tradizione giapponese il gambero, con la sua forma arricciata, ricorda il simbolo dell’infinito (ma anche la gobba degli anziani, emblema di lunga vita) e le uova di pesce sono auspicio di fecondità e numerosa discendenza. I fagioli, come le nostre lenticchie, portano, invece, longevità e ricchezza, la preziosa ricciola promozioni e successo mentre il kumquat, con il suoi colore abbagliante, una “fortuna d’oro”. Per non parlare del baccalà che raddoppiando il suo peso, una volta bagnato, reca abbondanza. Insieme al granchio, che con le sue grandi chele muovendosi su e giù sblocca le energie positive.
Ad accompagnare i piatti una vasta scelta di saké, da abbinare di volta in volta.
Non a caso lo chef e la sua brigata trattano gli alimenti, in special modo il pesce, con pratiche tutte orientali, purificandoli con sale o con soluzioni al sale non appena arrivati al locale, a seconda della loro provenienza. In tutti i piatti figura il pentagono del gusto, miscela di amaro, dolce, salato, acido e umami (il quinto gusto saporito), così tipico della cucina giapponese, di cui il sushi è una delle tante espressioni.
I piatti dello Chef Koji Nakai sono il risultato di un giusto abbinamento per sorprendere i clienti con proposte sempre allettanti. Nel menù, infatti, accanto ai classici ravioli giapponesi niku gyoza, alla tartare di tonno rosso maguro e a una infinita varietà di nigiri sushi, si può ordinare anche una carbonara japanese style, con tagliolini all’uovo tirati a mano, guanciale croccante ikura e uova di merluzzo, insieme a polpette ripiene di ragù di polpo e uramaki con top di burrata, pomodori secchi e pesto di olive, o perfino con il tartufo. Anche una tempura di fiori di zucca con ripieno di cacio e pepe, preparazione quest’ultima talmente riuscita da essere stata battezzata Armonia, entusiasmerà ogni cliente.
Tutto lo staff con professionalità, cortesia e sorriso accompagna gli ospiti ad accomodarsi in un ambiente intimo, ricercato dando la massima attenzione al servizio.
Da Nakai le parole d’ordine sono sicuramente “qualità” e “unicità”: un’esperienza tutta da gustare non solo a Capodanno! Del resto, quel che si fa il primo dell’anno si fa per tutto l’anno.
Francesca Sirignani
PER INFORMAZIONI:
NAKAI
Via Santa Maria alle Fornaci, n.14 - Roma
Tel. 06/5133215
Email: info@nakairoma.com
https://nakairoma.com/

Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. Collabora con diversi un periodici specializzati in viaggi e rivolti a chi è appassionato di turismo, cultura ed enogastronomia. Si è occupata anche della redazione dei magazine dell‘ Hotel Indigo St. George, un boutique hotel 5 stelle lusso di Roma. La passione che nutre per le culture, le tradizioni e i paesaggi di altri popoli l’ha sempre portata a viaggiare e a fotografare molti Paesi.
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