Turismo
Sergio Ferroni
Viaggia con Carlo: Ecuador, in discesa sulle acque del Cononaco
Un’avventura unica e irripetibile alla scoperta di uno dei luoghi più remoti del pianeta, fortemente conteso e restituito alla popolazione indigena: guidati dagli stoici e coraggiosi indigeni Waorani, le acque del Cononaco costituiscono il naturale passaggio attraverso la foresta amazzonica e i suoi inestimabili tesori. Queste atmosfere coloniali del centro di Quito sono l’unico paesaggio urbano che vedrete nel lungo viaggio che state per intraprendere: il centro, dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco, seppure interamente ricostruito, è un tuffo temporale negli anni della conquista spagnola. Ci vorranno alcune tappe e diversi chilometri prima di riuscire ad imbarcarsi e ad entrare, obbligatoriamente guidati dagli indigeni Waorani, nel Parco Yasuni: 10.000 km² nel cuore della foresta amazzonica; è Riserva della Biosfera dal 1989 grazie alla biodiversità del territorio. Al suo interno è ancora possibile trovare tribù che vivono in stato di isolamento dal resto del mondo, non per forza, ma per scelta. Le prossime giornate saranno scandite dallo scorrere della barca lungo le rive del Cononaco, in una comunione totale con la Natura che riuscirete a scoprire e ad osservare, grazie alla conoscenza di flora e fauna locale degli indigeni Waorani; sosterete su spiagge sabbiose per i pranzi e monterete i campi tendati per i pernottamenti, in spiagge sopraelevate.
Al mattino, la sveglia prima delle 6 è necessaria per iniziare la giornata con l’avvistamento della fauna locale, tra cui capibara e scimmie di varie specie, e partire, dopo colazione, alla ricerca di caimani e lontre: il Parco Yasuni vanta 600 specie diverse di uccelli, varie specie di pipistrelli, e circa un terzo di tutte le specie di anfibi e rettili del bacino dell’Amazzonia, oltre a un numero significativo di specie di pesci, per non parlare delle 100.000 specie di insetti. Impossibile riuscire a cogliere tutta la ricchezza di questo angolo di terra, senza l’aiuto degli abili Waorani, che grazie alla loro vista acuta e alle orecchie sopraffine riconoscono il minimo rumore della foresta. Dopo 5 giorni di navigazione, abbandonerete il Cononaco per addentrarvi maggiormente nella foresta ed ammirare enormi alberi vecchi centinaia di anni, un vero miracolo della natura. Raggiunto Bameno, il più grande villaggio dei Waorani, quasi al confine con il Perú, in realtà un agglomerato di case sparpagliate, ci pernotta per dormire, per la prima volta dopo diversi giorni, in un vero letto: gli indigeni, infatti, hanno preparato per gli ospiti un confortevole bungalow-palafitta sul fiume. Nei prossimi due giorni avrete l’opportunità di esplorare i dintorni del villaggio, fatti di lagune e piccoli corsi d’acqua, grotte popolate da pipistrelli e conoscere i costumi dei Waorani, magari partecipando a una battuta di caccia o pesca con loro oppure avventurandosi in escursioni notturne in loro compagnia. Prima di tornare alla civiltà, è bene sapere che questo territorio, così unico e ricco dal punto di vista naturalistico, ma anche antropologico, è stato difeso strenuamente dalle popolazioni indigene che lo abitano, perché non venisse venduto in ‘blocchi’ per l’estrazione del petrolio. Per contrastare la mappatura dei giacimenti minerari e petroliferi della foresta, dal 2015 al 2018 i membri del popolo Waorani hanno iniziato a monitorare tutto il territorio per documentare la complessa vita che quest’area ospita. Il loro lavoro, realizzato grazie all’uso di gps, trappole fotografiche, droni, ha dato vita a una mappa ‘viva’, che mostra tutte le connessioni tra le forme di vita e la terra - in opposizione alle mappe che invece, mostrano soltanto i depositi di petrolio e i fiumi principali - e racconta la storia della relazione dei popoli indigeni con ogni pianta, albero, fonte d’acqua e animale.
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