Arte e cultura
Chi ama l'arte e specialmente una corrente particolare come la Pop Art, non potrà fare a meno di apprezzare Luca Theodoli, un'artista che semplicemente accostare alla famosa corrente diventa addirittura riduttivo.
Sergio Ferroni

Theodoli e la Pop Art, binomio da scoprire.

Foto cover: Golden Grace -2020-100x100cm. tessere di alluminio riciclato e colla su tela

Luca Theodoli della Pop Art ne fa a tutti gli effetti parte, ma il suo contributo creativo va ben oltre i suoi normali confini. Anche lui propone opere che hanno quali soggetti personaggi noti dello spettacolo o del panorama internazionale, ma la tecnica che utilizza, signore e signori, quella è assolutamente particolare!   Innanzitutto si serve di "rifiuti" o meglio di scarti e qui qualcuno potrebbe alzare il ditino e dire:" Bella forza! Anche altri artisti della Pop Art lo hanno sempre fatto"...

Verissimo, ma Theodoli non li prende e li incolla, tour court, ai vari supporti  utilizzati! Proprio no! Lui con un lavoro certosino prende le sue brave lattine (vuote) e le tortura, tagliuzza, sminuzza, le riduce a tessere di mosaico e poi le applica sulla tela, "costruendo" il volto del suo soggetto e, lungi dall'ottenere un effetto stereotipato, riesce anche a coglierne, pensate un po', la peculiare personalità. Essa  si manifesta così in tutta la sua complessità allo spettatore, che si trova di fronte ad una vera e propria scoperta, con aspetti che esulano dall'immagine pubblica alla quale è abituato e si addentrano in profondità...

Ma non solo: si serve anche dei mezzi più avanzati della tecnologia, ovvero l'elaborazione computerizzata, per creare la "traccia", il disegno base del volto sul quale poi applicare le sue particolarissime tessere. Il motivo per il quale ha elaborato questa specifica tecnica? Eccolo: "L'arte è spesso uno specchio nel quale possiamo rifletterci. Credo che le mie opere possano aprire una prospettiva nuova su quello che gettiamo via come rifiuto". Parole rigorosamente sue che aprono a noi, che ci limitiamo ad ammirarne il risultato, un orizzonte inusitato: per noi infatti le lattine vuote sono solo un fastidioso rifiuto, da gettare via nell'apposito cassone della differenziata,lui invece ci vede già la materia da plasmare per una futura forma...

Dalla potenza all'atto, avrebbe detto Aristotele...

Ma c'è anche qualcosa in più, un'aspetto che, ancora una volta, è meglio affidare alle sue parole: "La maggior parte delle mie opere sono ritratti che investigano l'universo femminile. Le donne raffigurate sono "principesse" non solo di fatto, nel ruolo che alcune di loro ricoprono, ma nell'aspetto che spesso rimandano allo spettatore. La gamma di colori è cresciuta di pari passo con la complessità dei mosaici, la ricerca di nuovi pigmenti è una necessità dell'evoluzione dei progetti."  Proprio così, ha parlato di "pigmenti"...   a questo punto mi servirebbe una faccina degli "emoticon", quella con l'espressione pensosa, non solo per potermi adeguare alle sue scelte tecniche ma anche per poter meglio esprimere il mio interrogativo: che cosa sta architettando Luca Theodoli?... Mmmmmm... Lo scopriremo solo vivendo...

Articolo di Domenico Briguglio

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