Enogastronomia
Francesca Sirignani
TORNA IL BUCO – RISTORANTE TOSCANO DAL 1901
Immerso nei caratteristici vicoli del cuore di Roma, tra il Pantheon e piazza del Collegio Romano, il Buco è uno dei ristoranti più antichi della capitale, dove la tradizione enogastronomica toscana è il centro di tutto.
Nel 1901 il Buco era una piccola fraschetteria dei Marchesi Frescobaldi, una vera istituzione vinicola toscana. La cantina, per implementare le vendite del vino, decide di aggiungere nell’enoteca di via di Sant’Ignazio 8 una piccola proposta di cibo: pochi piatti tutti della tradizione toscana, come la ribollita, la cacciagione o i crostini. Nasce così il primo nucleo de Il Buco, che nel corso degli anni allargherà i suoi locali e la sua offerta fino a diventare un vero e proprio ristorante. Il nome stava ad indicare le piccole dimensioni del locale, un modo colloquiale con il quale i clienti chiamavano il posto. Alla fine degli anni 70 arriva poi la famiglia Cipriano, proprietari storici del locale, che ancora oggi – attraverso la persona di Francesco Cipriano – portano avanti la tradizione di famiglia. Con il re-opening – dopo lo stop iniziato nel gennaio 2022 – Francesco vuole portare avanti la grande tradizione enogastronomica toscana così come fece suo padre – inserendo qualche tocco di modernità ma sempre nel pieno rispetto del passato glorioso del locale.
Nel corso dei decenni sono tante le personalità illustri che sono passate nelle sale del ristorante, basta dare uno sguardo alle foto dell’epoca appese sui muri. In primis i grandi intellettuali: Trilussa (che lo cita anche in alcune sue poesie), Ungaretti, Flaiano, Sartre sono solo alcuni. Poi tutta la storia della Prima Repubblica: da Andreotti, Craxi, Cossiga, fino ai tempi odierni, con i dirigenti del PD, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e altro. Molto amata dai politici, la famigerata saletta privata in fondo al locale, ideale per riunioni appartate. Poi le grandi famiglie nobiliari di Roma: Doria Pamphilj, Colonna, Grazioli sono sempre stati tra gli habituè del ristorante. Diversi anche i personaggi internazionali: da Mitterand agli sceicchi del Qatar, da Bush Senior alla regina di Norvegia.
Il Buco viene anche citato in alcune opere letterarie e cinematografiche, come nel romanzo Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana di Carlo Emilio Gadda e nel film Bravissimo di Alberto Sordi.
Il Buco richiama il suo storico staff, dallo chef Martino in cucina (una vera istituzione), al mitico Alfredo a guidare la sala, la memoria storica del ristorante. La carta è una vera e propria celebrazione della cucina toscana: la carne in primis, con sua maestà la fiorentina, e la cacciagione (faraona, cinghiale, faggiano); poi i funghi (tartufi, porcini e ovoli), i salumi di cinta, i grandi formaggi, la ribollita e la pasta, come le tagliatelle ai funghi porcini o al tartufo.
Oggi come allora il locale si è sempre distinto per la sua cantina ricca e variegata, basata sulle produzioni delle colline toscane, ma in cui non mancano i migliori vini della penisoia da nord a sud: Tignanello, Sassicaia, Brunello di Montalcino, Flaccianello, Barbaresco Gaja e molti altri.
Tutto questo e molto altro è il Buco – Ristorante Toscano dal 1901, che ora riapre le porte, richiama il suo storico staff e racconta la sua grande storia lunga 121 anni.
Francesca Sirignani
PER INFORMAZIONI:
IL BUCO – RISTORANTE TOSCANOD DAL 1901
Via di Sant’Ignazio 7/8 – 00186 Roma
Tel. +39.0680079696
www.ilbuco.it
Giornalista pubblicista specializzata in tematiche turistiche ed europee. Ha conseguito una laurea in Giurisprudenza e, dopo aver ottenuto la seconda laurea in Studi Europei ed Internazionali, ha approfondito la conoscenza dell’inglese e del francese viaggiando e frequentando corsi linguistici all’estero. Collabora con diversi un periodici specializzati in viaggi e rivolti a chi è appassionato di turismo, cultura ed enogastronomia. Si è occupata anche della redazione dei magazine dell‘ Hotel Indigo St. George, un boutique hotel 5 stelle lusso di Roma. La passione che nutre per le culture, le tradizioni e i paesaggi di altri popoli l’ha sempre portata a viaggiare e a fotografare molti Paesi.
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