Arte e cultura
L’artist-run space SpazioMensa conclude la stagione espositiva 2021 con la mostra collettiva "Porta Portese", a cura di Gaia Bobò.
Sergio Ferroni

La Galleria SpazioMensa di Roma presenta la mostra "PortaPortese" a cura di Gaia Bobò

Il progetto si propone come una riflessione sul dispositivo del mercato, inteso come luogo di trasmissione e transito degli oggetti e delle immagini, crocevia di diverse coordinate geografiche e temporali. La suggestione di uno spazio culturale effimero, ciclicamente performato dagli individui che lo percorrono, enfatizza la dimensione rituale, irrazionale e magica che ha determinato il magnetismo di questa prassi sociale attraverso il tempo. Partendo da un’indagine fortemente legata alla città di Roma, la mostra guarda alle possibili evoluzioni verso una dimensione accelerata e globale dei processi di scambio, offrendo una suggestione sulle dinamiche culturali, sociali e antropologiche connesse all’idea stessa di mercato in quanto luogo di condivisione e scoperta. Articolata in tre sezioni, la mostra raccoglie opere di artisti emergenti e affermati della scena artistica italiana e internazionale. La prima sezione vede la partecipazione di Tomaso Binga, Lucia Cristiani, Auriea Harvey, Jonas Lund, Giulia Mangoni, Meletios Meletiou, Diego Miguel Mirabella, Jacopo Rinaldi, Agnese Spolverini, The Cool Couple, Elo Vega, Alessandro Vizzini e Benyamin Zolfaghari.

La seconda, dedicata ai linguaggi della stampa e del libro d’artista, riunisce le opere e i progetti editoriali di Alessia Armeni, Georges De Canino, Quentin Lefranc, Lucia Marcucci, Lamberto Pignotti e Sergio Sarra (in collaborazione con Emilio Prini).  La stessa si arricchirà di focus sui materiali appartenenti a importanti punti di riferimento per la cultura editoriale e grafica di Roma: la Litografia Bulla, la Collezione Giuseppe Garrera e lo Studio Bibliografico Marini.

Nell’ultima sezione della mostra sarà presentato un progetto del collettivo Gli Impresari (Edoardo Aruta, Marco Di Giuseppe e Rosario Sorbello), realizzato con i contributi di oltre 40 artiste e artisti. La suggestione metaforica del mercato di Porta Portese, a sua volta elemento cardine della cultura visuale romana, è evocata in una meta-riflessione sul suo display, piattaforma installativa per esplorare le tematiche situate al confine tra pratiche artistiche contemporanee e indagine sui patrimoni immateriali. Tra queste, il concetto di archivio collettivo, la ricerca sull’archeologia dei media, i processi di trasmissione e diffusione delle immagini e il rapporto con lo spazio pubblico.  La pubblicazione che accompagna la mostra, edita da Dito Publishing, sarà acquistabile presso SpazioMensa durante l’inaugurazione, o online attraverso i canali della casa editrice. La mostra è resa possibile dal sostegno dell’Associazione Arte Contemporanea Catania_Bruxelles. Si ringrazia inoltre il Casale del Giglio, sponsor tecnico dell’evento. Gaia Bobo` (Noto, 1995) e` una critica d’arte e curatrice indipendente con base a Roma, formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, l’Hochschule für bildende Künste, Hamburg e l’Università IULM.

La sua ricerca curatoriale è focalizzata sui processi di trasmissione culturale e sulle espressioni della cultura immateriale, con uno sguardo sulle pratiche che indagano i processi di trasformazione del linguaggio scritto e orale. Tra le mostre recentemente curate si ricordano: Vivavuci, via raffineria, Catania (2021); Double Fantasy, Milica C´irovic´ e Ola Czuba, Casa Vuota, Roma (2021); A Word that Troubles, Temple University Rome (2020); Controverso. Arte per Fraintenditori, Lamberto Pignotti, Galleria CONTACT, Roma (2019); ICH. Intangible Cultural Heritage, HFBK Gallery, Amburgo (2018). È co-fondatrice dell’artist-run space SpazioMensa, dove ha curato il format MAGNETE dedicato all’editoria indipendente. Come autrice, ha collaborato con diverse riviste di settore (exibart, Inside Art, Rivista Segno, Juliet, Artribune). Attualmente è assistente editoriale presso CURA.

SpazioMensa e` un artist-run space sito negli spazi del Citylab971, ex cartiera di Via Salaria a Roma, che si configura come luogo di accoglienza e di sperimentazione. Un avamposto di resistenza finalizzato a valorizzare il fermento artistico romano, che ospita al suo interno un nucleo di artisti e teorici che contribuiscono alla costruzione di un dialogo basato sullo scambio e sulla gestione orizzontale della proposta espositiva.

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